Privilegi

Ci sono libri molto belli, che ti aprono orizzonti. È un magnifico privilegio poterli leggere per mestiere, o in connessione alla tua attività. Spesso è anche emozionante. Ma è un privilegio che si paga caro.
Leggere libri non ti fa guadagnare soldi: è gratis, anzi ti fa perdere denaro e spesso ti condanna a lavori mal remunerati e instabili, a volte ti costringe a lasciare il tuo paese, come nel mio caso. Nei tempi che corrono rischi anche di beccarti del radical chic o del buono a nulla. Radical chic (anche se di chic hai pochissimo) perché non ti viene perdonato proprio l’aspetto del privilegio, del gioire del comprendere alcune cose direttamente, leggendo fonti, teorie, opinioni informate, che è anche una fatica notevole. Si sa che uno vale uno, principio sacrosanto, e le opinioni di ognuno hanno pari dignità, anche questo verissimo, ma in questi anni nel nostro paese si è affermata la teoria, o forse solo il sentimento, che certo le opinioni di tutti valgono allo stesso modo, ma se leggi per capire, per sapere, per informarti, se hai argomentazioni, se non cedi all’urlo disinformato (almeno non sempre), le tue opinioni valgono meno, appunto perché sei un radical chic, sei uno che non capisce la gente, sei uno snob. E in fondo sei un buono a nulla. Sono battaglie da condurre, queste contro il sentimento chiassoso di chi è disturbato dalla tua fatica, dal tuo lavoro (è un lavoro, eh), contro chi dice di volere valere uno, ma solo a patto che tu valga meno di uno. Ed è giustamente tuo onere aprire spazi di riflessione, mostrare l´importanza del lavoro di ricerca e il suo valore politico, rendere il più possibile inclusive le relazioni civili che partono dalla conoscenza, ma anche ammetterne positivamente i limiti e i problemi, senza intellettualismi. Leggere libri che ti aprono orizzonti resta un privilegio che costa carissimo. Ma quando mi trovo davanti a uno dei miei testi medievali, o davanti a un saggio politico, o a una serie di libri o articoli che mi spiegano la contemporaneità in modi che non pensavo, be’ in alcuni momenti mi pare quasi di essere felice.

Gianluca Briguglia

Gianluca Briguglia è professore di Storia delle dottrine politiche all'Università di Venezia Ca' Foscari. È stato direttore della Facoltà di Filosofia dell'Università di Strasburgo, dove ha insegnato Filosofia medievale e ha fatto ricerca e ha insegnato all'Università e all'Accademia delle Scienze di Vienna, all'EHESS di Parigi, alla LMU di Monaco. Il suo ultimo libro: Il pensiero politico medievale.