Note per un saggio su “Monkey Island 2: LeChuck’s revenge”

Note per un saggio su “Monkey Island 2: LeChuck’s revenge”

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Come capire le immagini nell’ arte e vincere un videogioco senza leggere la soluzione.

e
La prova che questo gioco è davvero un’ opera d’arte.

Uno – L’ Arte del gioco.

Quando vidi per la prima volta Monkey Island 2 ero un bambino di dodici anni che pensò subito di essere di fronte ad un capolavoro.

Non possedendo un pc (c’erano una volta le persone senza il pc) lo giocavo con stupita gioia a casa di un amico. Purtroppo non ho mai completato il gioco, dato che il mio amico continuò la partita da solo, finendolo senza di me – ovviamente non gli ho mai perdonato questo puerile comportamento. Adesso, ventotto anni dopo, sto giocando lo stesso gioco sul mio telefono cellulare.

Il bambino che ero negli anni ’90 era un bambino il cui più grande sogno era una macchina da sala giochi con TUTTI i giochi e crediti INFINITI. Gli dissero che era solo un sogno, ma dieci anni dopo, il M.A.M.E esaudì questo sogno infantile.

Adesso è giunto il momento di concedere a quel bambino un’ altra rivincita: Quando disse che Monkey Island era un’opera d’ARTE, gli dissero che era SOLO UN GIOCO con degli strani pirati. Da grande questo bambino fa l’artista, e vuole provare al mondo che aveva ragione, e perché.

Per i neofiti, Monkey Island è una serie di videogiochi che appartiene al genere delle “avventure grafiche”, dove il giocatore segue la storia del quasi pirata Guybrush Threepwood. Dopo aver sconfitto il fantasma del pirata LeChuck ed aver vinto il cuore della bella governatrice Elaine Marley in the Secret of Monkey Island, Threepwood rompe con Elaine e decide di partire alla ricerca del favoloso tesoro di Big Whoop in questo secondo capitolo della saga.

La mia opinione è che Monkey Island, oltre ad essere un gioco eccellente ed una divertentissima storia di pirati, è un’ intelligente meditazione ed una metafora della comprensione delle immagini nell’ arte, e cercherò di spiegare il perché.

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Francesco D'Isa

Artista e scrittore. Da quando è nato, nel settembre del 1980 a Firenze, Francesco D'Isa ama la sintesi e odia la biografia.