Un amore estivo: il maritozzo e il Giappone

Lungomare di Lavinio, metà degli anni ‘80: ho delle ciabattine da mare Champ, un costume da bagno di topolino e al bar qualcuno, forse mio zio, mi compra per colazione un latte caldo schiumato con la macchina del caffè e poi mi chiede se voglio un maritozzo. Io non so cosa sia ma dico di sì, e non me ne pento: la panna montata che mettono a Roma e dintorni sul gelato e nei dolci è più cremosa e grassa di quella a cui sono abituato. Durante quella vacanza forse mangerò altri maritozzi, qualcun altro durante gli anni successivi, poi con l’arrivo dell’adolescenza niente più lidi laziali, pizze da Boccione, e l’esistenza stessa del maritozzo diventa una specie di ricordo di una vita precedente.

Questo fino all’anno del Signore 2021, quando nella città dove abito -Tokyo- si scatena un’epidemia virulenta di maritozzo. Non so bene da dove sia partita, probabilmente dal negozio e ristorante italiano di fronte alla nuova stazione di Harajuku, ma in pochissime settimane questo dolce che in Italia è appannaggio solo di laziali (e, mi dicono, marchigiani) diventa quasi l’unico oggetto dei desideri dolci di chiunque. Le riviste di cucina e gourmet fanno uscire numeri dedicati al maritozzo, i siti più letti hanno monografie dedicate al maritozzo e come succede per i tornei di sumo compaiono classifiche per stabilire chi sia lo Yokozuna (il campione in carica) dei maritozzi della città. In pochissime settimane, da dolce esclusivo da ordinare in caffè e pasticcerie eleganti per dimostrare di conoscere le novità del momento, il maritozzo invade tutti i negozi, i ristoranti e anche i konbini, i negozietti di quartiere sempre aperti. Diventa così anche un dolce a conservazione relativamente lunga, industriale, impacchettato, spedito ovunque e disponibile accanto ai bignè e al pane col cioccolato d’ordinanza. Ma questa non è la sola evoluzione che attende il maritozzo a Tokyo; passato indenne da secoli italiani durante cui mantiene una forma immutata, in questa prima metà del 2021 incerta per gli umani lui riceve il trattamento riservato dai giapponesi agli oggetti di culto: deko, cioè decorazione. Compaiono maritozzi tondeggianti, carini, con fragole, granella di pistacchi, palline di zucchero a formare le faccine, guarnizione di fiori di sakura (ciliegio), frutta assortita, fiori, insalata di uovo e anche fagioli azuki. Per chi vuole tuffarsi in questa nuova estetica consiglio l’hashtag マリトッツォ sui social per scoprire le potenzialità fotogeniche del soggetto. Questa mareggiata di passione può essere sorprendente, ma è abbastanza tipica per il Giappone. Qui da secoli arrivano ondate di novità nate da un invaghimento per fenomeni stranieri: alcuni esempi sono i caratteri per scrivere e le bacchette dalla Cina, lo stato centralizzato moderno arrivato dalla Germania e la bagna cauda arrivata dal Piemonte.


A pensarci adesso, sembra strano che sia esistita un’era in cui a Tokyo il maritozzo non si sapeva nemmeno che cosa fosse, e mi colpisce l’analogia con la storia di un altro dolce: il tiramisù. In modo simile il nostro dolce al mascarpone ha sfondato in Giappone all’improvviso, inaspettatamente, alla fine degli anni ‘80 diventando una malattia prima e un piatto tipico locale in seguito. Era il periodo immediatamente precedente allo sgonfiamento della bolla economica nipponica, l’inizio della crisi che ha fatto tramontare la fiducia in un futuro di ricchezza. Probabilmente quando in Giappone si percepisce aria di crisi la gente si appassiona a un nuovo dolce finora sconosciuto, preferibilmente italiano. La situazione attuale, tra COVID e olimpiadi ha una pesante aria di crisi e probabilmente tuffarsi nella panna di un panino dolce aiuta a tirarsi su. Un elenco incompleto di dolci che in Giappone hanno avuto il loro boom: la crème brûlée (che ha appunto detronizzato il nostro tiramisù), Nata de Coco, Panna Cotta, Waffle Belgi, Macaron, Donuts, Pancake, Tapioca in 3 separate ondate, Torta di Formaggio del Paese Basco.
Cosa succederà dopo? Dopo il coronavirus e le olimpiadi nessuno lo sa, mentre quando l’onda del maritozzo si sarà infranta contro una nuova moda dolciaria probabilmente entrerà nell’arsenale di pasticcerie e ristoranti, lasciando il posto al successivo Yokozuna.

Flavio Parisi

Flavio Parisi @pesceriso vive in Giappone dal 2004, insegna italiano all'Istituto Italiano di Cultura di Tokyo, e l'opera lirica in una università giapponese. Il suo blog personale è Pesceriso.