Al cinema, prima dell’ennesimo stato di emergenza

La diffusione del contagio tra l’Italia e il Giappone ha seguito dei ritmi tali che adesso Tokyo è entrata nella quarta ondata di COVID e, mentre gli italiani si riaffacciano fuori da casa, qui da una settimana c’è di nuovo uno stato di emergenza anche più severo dei precedenti, programmato per due settimane che probabilmente si estenderanno a quattro. Adesso siamo nel bel mezzo delle vacanze primaverili, normalmente chiamate golden week e rinominate gaman week (gaman significa pazienza), per il secondo anno consecutivo. Tutto è chiuso dopo le 20 e persino i centri commerciali, un po’ le cattedrali del Giappone, non aprono mai trasmettendo un’atmosfera desolata alle zone commerciali del Giappone.

Lo stato di emergenza sta cercando di arginare un’ondata di contagi abbastanza aggressiva che ha colpito duramente Osaka prima e poi la capitale. Le misure sono talmente stringenti che adesso è vietato consumare qualsiasi tipo di alcolico in ristoranti e bar, anche durante i risicati orari di apertura. La penale consiste nella non erogazione dei fondi di aiuto agli esercizi commerciali. Alcuni gestori di locali però fatti i loro calcoli hanno deciso di tenere aperto comunque, pensando che comunque i benefici fossero maggiori. Prevedendo una reazione fai-da-te dei cittadini, è stato proibito anche il consumo di alcolici in parchi e zone pubbliche, un fenomeno che negli ultimi mesi si è fatto vedere nelle zone di Shinjuku e Shibuya.

L’obiettivo è presentare una situazione accettabile dei contagi al comitato olimpico che visiterà la città di Tokyo il 17 maggio, ma i dubbi sui giochi si moltiplicano: la campagna vaccinale è ancora agli inizi, migliaia di volontari saranno lanciati allo sbaraglio col rischio di infettarsi, le olimpiadi richiederanno infermieri e medici che dovrebbero essere impegnati altrove e in generale nessuno è pronto ad accogliere l’evento con uno stato d’animo positivo, tant’è che il passaggio della torcia olimpica è spesso bersaglio di rumorose proteste (censurate dalla televisione nazionale).
Poco prima che cominciasse lo stato di emergenza ho approfittato per godermi delle attività che di lì a poco sarebbero state proibite: concerti sinfonici e cinema.

L’ultimo venerdì utile sono andato alla Suntory Hall dove un programma tutto russo è stato diretto dal direttore Lazarev, volato apposta a Tokyo e reduce dalla quarantena d’obbligo. Dopo una sinfonia di Glazunov e Petrouchka di Stravinskij il pubblico è esploso in una standing ovation ma senza grida e senza “BRAVO!” perché da un anno è vietato gridare a teatro, anche se si indossa la mascherina. I fan più accaniti si sono organizzati con degli striscioni, come se fossero a un palazzetto dello sport.

Per ragioni facilmente immaginabili al cinema ho dovuto guardare un film di animazione per bambine. Le protagoniste sono un gruppo di ragazze con poteri magici che si chiamano PreCure (la pronuncia giapponese è purikyua), che ancora adesso non ho capito bene cosa dovrebbe significare. Il film al cinema comincia subito con scene di azione in cui le eroine assestano delle belle mazzate ai cattivi. Tutta la scena si svolge a Tokyo (le ragazze ci arrivano da qualche altro posto non specificato rimanendo abbagliate), si vedono i quartieri e i riconoscibilissimi edifici sorti con l’ultima ondata dello sviluppo olimpico. In una scena una delle protagoniste è nel nuovissimo stadio strapieno di gente e fa un tentativo di salto in alto. Nel film, però, questa scena è una proiezione mentale della ragazza stessa, un sogno innescato dal ciondolo che tutte portano al collo (una precognizione che le olimpiadi fatte così si verificheranno solo nel mondo dei sogni?). Una replica di quel ciondolo lo abbiamo ricevuto all’ingresso della sala e i bambini del pubblico lo toccano a intermittenza facendolo brillare durante la proiezione. Il film termina con un bel lieto fine e i cattivi che scappano scornati. Ho una piccola lamentela di genere: capisco l’idea di esaltare la forza delle ragazze, ma perché l’unico carattere maschile deve essere un mostriciattolo malefico? Pensieri oziosi in un sabato mattina mentre bevo la mia birra in sala, attorniato da bambine con le mamme, ma anche donne venute da sole e uomini venuti in coppia.  

Flavio Parisi

Flavio Parisi @pesceriso vive in Giappone dal 2004, insegna italiano all'Istituto Italiano di Cultura di Tokyo, e l'opera lirica in una università giapponese. Il suo blog personale è Pesceriso.