Tokyo aspetta

Tokyo, 31 marzo 2020, 478 giorni alle nuove olimpiadi (forse)


Probabilmente le Olimpiadi del 2021 partiranno il 23 luglio dell’anno prossimo. Intanto il male che le ha prorogate ha reso la città silenziosa e vuota, invasa da un senso di incertezza. Ieri sera la governatrice Koike ha comunicato ai milioni di cittadini che devono impegnarsi per rallentare il contagio. Bisogna evitare di uscire la sera, andare al karaoke o fare vita sociale notturna. Non ci sono divieti o norme di legge, e questo anche perché la costituzione giapponese non prevede di impedire gli spostamenti dei cittadini, specie se non è stato dichiarato lo stato di emergenza. La mia impressione è che l’amministrazione e la politica cerchino di trovare la quadra fra contenere i contagi, evitare danni insostenibili alla produttività e scongiurare decisamente il panico galoppante della popolazione. Il caso italiano è visto come uno scenario spaventoso, e gli episodi di scenate da parte di sindaci e
governatori rientrano nel folklore pittoresco ma con un retrogusto di terrore. 

Il fine settimana scorso è stato surreale: sabato era una giornata che invitava al picnic sotto i ciliegi, ma la gente non è uscita, a parte un po’ di studenti incuranti degli inviti a stare a casa, poi domenica ha nevicato tantissimo (per essere marzo) e la neve ha coperto i fiori, una combinazione veramente rara. Ho sentito da almeno 4 persone la frase “È Dio (o gli Dei, in giapponese non c’è singolare/plurale) che ci ordina di stare a casa”.

Ieri sera ho preso la bicicletta e ho fatto una corsa fino a Shibuya: ho attraversato una città vuota e immersa in una pace irreale, spaventata. Il famoso incrocio era spopolato, nonostante qualche sparuto gruppo di ragazzi molto ubriachi, violentemente ignari della minaccia, assetati di libertà. Non ho mai visto questa città così. 

Anche a Tokyo, come in altri posti, la natura si riprende gli spazi da cui si è ritirato l’uomo, solo che qui gli animali che festeggiano sono i ratti: ieri ne ho visti decisamente troppi in giro per le strade, ed erano insolitamente spavaldi. Anche i corvi che si trovano in giro sono particolarmente baldanzosi ultimamente. Gli umani intanto vivono alla giornata, godendo della libertà di poter uscire, senza sapere quanto durerà, comprando generi alimentari in supermercati comunque pieni. Se Tokyo vincerà lo si vedrà solo con il tempo. 

Intanto qui c’è una galleria di foto fatte quest’anno ai ciliegi vicino casa mia. Godetevi questo hanami virtuale!

Flavio Parisi

Flavio Parisi @pesceriso vive in Giappone dal 2004, insegna italiano all'Istituto Italiano di Cultura di Tokyo, e l'opera lirica in una università giapponese. Il suo blog personale è Pesceriso.