A casa da scuola

Tokyo, 3 marzo, 141 giorni alle olimpiadi

Negli ultimi giorni sono cambiate tante cose, la città sembra trasfigurata in alcuni – lievi – particolari. Il contagio si allarga, ma la gente non ne parla troppo, il ritmo è rarefatto, molti lavorano da casa, altri sono a casa dal lavoro. Prima sono stati annullati gli eventi culturali, musicali, gli assembramenti di pubblico, poi chiusi i musei, infine si è deciso di chiudere le scuole per due settimane. C’è molto tempo libero ma è difficile rilassarsi, quasi nessuno sa come riorganizzare le giornate, fino a quanto durerà, poi?

Tokyo ha delle zone e dei momenti di spopolamento, quasi tutti hanno la mascherina, ma poi se si esce la sera si entra in una realtà parallela in cui nei locali tutti stanno vicini, senza protezioni, bevono e socializzano come e più di prima del contagio. C’è poco da fare, essere umani è vivere e mescolarsi agli altri.

Le olimpiadi pare che si facciano, anche se non vorrei essere nei panni degli organizzatori e delle autorità, col nervosismo che provano si potrebbe alimentare un quartiere intero, credo.

Gli avvistamenti più simpatici che si fanno sono di genitori con i bambini che, liberi dalla scuola, si godono le mattinate e i pomeriggi guardando il mondo degli adulti. Vedo i loro occhi curiosi che scrutano tutto, li vedo appropriarsi di spazi liberi non pensati per loro: skaterano negli androni dei palazzi, giocano a baseball nei parcheggi asfaltati dei condomini. Sembrano scene del dopoguerra, solo con meno polvere, meno orfani e meno distruzione. In questi giorni nel piccolissimo parco davanti a casa mia si raduna un gruppetto di direi dodici-tredicenni con le loro caratteristiche (orrende) voci in fase di muta. Mi fanno tenerezza perché si stanno industriando a gestire questo inaspettato tempo libero. Forse diventeranno più amici grazie al virus.

Un pensiero va ai commessi delle parafarmacie: per colpa della corsa irrazionale all’acquisto di fazzoletti e carta igienica, costantemente esauriti, sono insolentiti dai clienti più maleducati che gli danno la colpa di una problema causato dalla mentalità da gregge ottuso. Qualcuno di loro si sfoga in proposito su twitter.

Intanto ieri è stata la festa delle bambine, la prima di tante celebrazioni di marzo, tra cui le cerimonie di laurea nelle università e l’immancabile celebrazione primaverile dei sakura. Che cosa ne sarà di questa primavera?

Flavio Parisi

Flavio Parisi @pesceriso vive in Giappone dal 2004, insegna italiano all'Istituto Italiano di Cultura di Tokyo, e l'opera lirica in una università giapponese. Il suo blog personale è Pesceriso.