I successi e risuccessi di Rick Astley iniziarono 30 anni fa

I successi e risuccessi di Rick Astley iniziarono 30 anni fa

Il 27 luglio del 1987 uscì un “45 giri” che sbancò in mezzo mondo, “Never gonna give you up” di Rick Astley. Lui era un ventunenne inglese con l’aria molto per bene e precisina, e un vocione soul: era stato scoperto da un famoso team di produttori pop (Stock, Aitken e Waterman) e aveva già fatto un singolo senza nessun successo. “Never gonna give you up” invece fu il disco più venduto dell’anno nel Regno Unito e arrivo al primo posto in più di venti paesi.

Una serie di singoli e dischi successivi ebbero ancora ottimi successi a partire da quel primo, ma sempre declinanti: Astley divenne il simbolo di una musica pop molto sintetica, artificiosa e inconsistente e le sue frustrazioni lo portarono a ritirarsi dalla musica già nel 1993, a soli 27 anni. Ricominciò a cantare nel 2001, ma ritrovò un imprevedibile successo nel 2007 dopo che “Never gonna give you up” divenne per ragioni molto accidentali una sorta di “meme” e tormentone online, col video e i suoi spezzoni usati come forma di risposta spiritosa o di link a sorpresa nei più diversi contesti: fenomeno che prese il nome di “rickrolling” e che riportò attenzioni e popolarità su Rick Astley.

Forse Donald Trump dovrebbe fare l’artista (o forse no)

Forse Donald Trump dovrebbe fare l'artista (o forse no)

Un disegno del presidente statunitense Donald Trump è stato venduto all’asta per più di 29 mila dollari, circa 25 mila euro. Raffigura, con un tratto minimalista, lo skyline di New York, in particolare la Trump Tower, ed è firmato con inchiostro dorato.

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(Nate D. Sanders)

Trump fece il disegno nel 2005 sul retro di una busta per un’asta di beneficenza dell’azienda di spedizioni Pitney Bowes, che aveva chiesto lo stesso ad atleti, attori e politici famosi; il ricavato era andato a una campagna di alfabetizzazione per bambini. Questa volta invece lo schizzo è stato venduto dalla casa d’aste Nate D. Sanders di Los Angeles – che l’ha definito «una rara opera d’arte originale del presidente» – con offerte a partire da 9 mila dollari, 7.600 euro.

Persino nello stile artistico Trump è diverso da quello dei suoi predecessori: i dipinti di George W. Bush erano colorati e realistici, ma anche nel suo caso raccontavano luoghi familiari come la Casa Bianca, i suoi cani e i campi da golf.

Il trailer di “LBJ”, in cui Woody Harrelson è il presidente Johnson

Il trailer di "LBJ", in cui Woody Harrelson è il presidente Johnson

È online il trailer di LBJ, il film di Rob Reiner (regista di film tra loro diversi e molto apprezzati: Stand by Me – Ricordo di un’estate, Harry ti presento Sally, Misery non deve morire) in cui Woody Harrelson interpreta Lyndon Baines Johnson, che nel 1963 diventò il 36º presidente degli Stati Uniti dopo l’assassinio di John Fitzgerald Kennedy, di cui era vicepresidente. Il film racconta l’elezione di Kennedy, la sua morte e tutto quello che successe dopo. John e Jackie Kennedy sono interpretati da Jeffrey Donovan e Kim Allen; Bobby Kennedy è interpretato da Michael Stahl-David e Jennifer Jason Leigh è Lady Bird Johnson (sì, Lady Bird era una specie di nome). LBJ uscirà negli Stati Uniti a novembre e non si sa ancora quando in Italia. Le recensioni sono state così-così ma si è parlato molto bene di Harrelson.

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