John Bercow assicura di non aver mangiato un «testicolo di canguro»

John Bercow assicura di non aver mangiato un «testicolo di canguro»

Lo speaker della Camera dei Comuni del Parlamento britannico, John Bercow, è diventato noto in tutta Europa per gli agitati dibattiti su Brexit e per alcuni tratti piuttosto originali e controversi del suo carattere. Bercow ha un modo tutto suo di urlare «ordeeeer», quando deve riportare l’ordine in Parlamento. Giovedì qualcosa è andato storto: a causa di un forte mal di gola, Bercow non aveva la voce e quando ha detto il suo solito «ordeeeer» gli è uscito un urlo molto rauco, che ha provocato le risa dei presenti.

«Volevo usare questa opportunità per confermare alla Camera che le temporanee condizioni della mia gola non sono dovute al consumo di un testicolo di canguro», si è giustificato Bercow, facendo riferimento a una buffa cosa detta il giorno prima dal primo ministro Boris Johnson. Durante un discorso al congresso del Partito Conservatore, Johnson aveva  infatti detto che se il Parlamento britannico fosse stato un reality show nella giunga tutti i politici sarebbero stati eliminati, anche se sarebbe stato divertente vedere Bercow mangiare un testicolo di canguro.

Il governo di Hong Kong ha comprato una pagina del Sole 24 Ore

Il governo di Hong Kong ha comprato una pagina del Sole 24 Ore

Nell’edizione di oggi del Sole 24 Ore c’è un’inserzione pubblicitaria di una pagina intera che parla della situazione a Hong Kong, la regione autonoma cinese dove da mesi sono in corso grandi proteste per chiedere maggiore democrazia e minore ingerenza da parte della Cina, che lo scorso martedì sono state molto violente. L’inserzione è stata pagata dal governo di Hong Kong, e dice che quello che si sente su ciò che sta succedendo a Hong Kong è «solo uno degli elementi di una complessa situazione sociale, economica e politica che risolveremo in autonomia nel tempo». Si parla del dialogo avviato dal governo, che vuole discutere i «temi oggetto di rimostranze», e si dice che «è senza dubbio una fase che supereremo. Lo facciamo da sempre».

Nei giorni scorsi, la stessa pagina pubblicitaria, tradotta, era apparsa su altri quotidiani internazionali: in Finlandia, Paesi Bassi, Svezia, Canada, Germania, Australia e Regno Unito, in particolare sul Financial Times.

Luigi Di Maio l’ha fatto di nuovo

Luigi Di Maio l'ha fatto di nuovo

Durante una conferenza stampa insieme al segretario di Stato americano Mike Pompeo, in questi giorni in Italia, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio si è riferito a lui chiamandolo “Ross”. Un errore forse indotto dal fatto che il segretario statunitense al commercio (con cui Di Maio ebbe a che fare da ministro dello Sviluppo economico) si chiama Wilbur Ross.

Prima di diventare ministro degli Esteri e mentre era in visita ufficiale in Cina, Di Maio aveva chiamato “Ping” il presidente cinese che si chiama Xi Jinping. In un’altra occasione aveva parlato su Facebook del Venezuela «ai tempi di Pinochet», sostituendo solo in seguito il Venezuela con il Cile, lo stato di cui fu per anni dittatore Augusto Pinochet.

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