Epopteia!

Ad inizio Ottobre 2019 ho iniziato un progetto nell’ambito del programma La Cultura Non Starà Al Suo Posto promosso dall’assessorato alla Cultura di Reggio Emilia inserita nel palinsesto più generale di Parma Capitale della Cultura 2020, diventata di lì a poco 20+21. Il primo mi ha permesso di acquisire gli strumenti per interpretare il desiderio collettivo di renderne possibile un secondo, diverso ma con lo stesso obiettivo, realizzato nei successivi mesi durante il lockdown della prima pandemia che si è conclusa nel Maggio dello scorso anno.

EPOPTEIA! from hu-be on Vimeo.

Il mandato ottenuto dal Consorzio di Solidarietà Sociale Oscar Romero e Farmacie Comunali Riunite in estrema sintesi era di capire il significato di Reggio Emilia Città Senza Barriere e di B Diritto alla Bellezza – due upgrade di visione nel campo dell’inclusione sociale rivolti alle persone fragili del territorio – ed applicare il metodo di ascolto e disegno su parete che porto avanti con Scribblitti ad un gruppo di persone ospitate dall’hub di Polveriera riunite in un progetto di atelier dedicato. È così che ho conosciuto la realtà giornaliera del centro socio-occupazionale Nessuno Escluso, focalizzata nel far ottenere a persone fragili strumenti di indipendenza ed autonomia quotidiana molto importanti che la maggior parte di noi sostanzialmente dà totalmente per scontati non avendo mai incontrato la disabilità: dall’imparare l’interazione con le altre persone al ragionare sulle cose, dal prendere un autobus o fare la spesa al riuscire a farsi una piadina a casa, possibilmente senza ferirsi. Cose così, le prime che mi vengono in mente.

Il primo progetto, che si chiama Epopteia! (seguendo questo link potete leggere le interviste raccolte, e vi prego davvero di farlo) mi ha permesso di conoscerli. Ho richiesto prima di iniziare la progettazione -che all’inizio non prevedeva la creazione di un archivio così esteso –, di passare alcuni giorni di ambientamento, seguito dagli educatori dello staff e da tutto il personale della Polveriera, cercando il modo giusto di essere accolto per poi farmi raccontare da ognuno le sue difficoltà, i suoi ricordi, la sua vita. Ho immaginato servisse tanto tempo. È bastato molto poco per capire che invece le strategie che mi facevo in testa -pensando chissà quale espediente razionale di avvicinamento a piccoli passi – non servissero assolutamente a niente. Non solo sono stato immediatamente accettato dagli utenti di Nessuno Escluso, ma semplicemente amato da tutti. Ammetto che non ero preparato a quell’affetto, – non lo ero davvero e non sapevo che ne avrei ricevuto così tanto – e per quell’affetto poi ho dato tutto me stesso.

Ho avuto bisogno di un espediente per interrompere la loro attività giornaliera e fare una chiacchiera monitorati a distanza dallo staff degli educatori. Così ho fatto ascoltare ad ognuno della musica. In questo modo, facendogli indossare le cuffie, ho cercato di portare l’attenzione su ognuno di loro. Ho cercato delle canzoni come avrei potuto fare venti anni fa, registrandole su due lati di una cassetta per darla ad un amico. Un mixtape, ecco. Ho cercato tra le vecchie e le nuove cose che ascolto quelle che potessero piacere ad ognuno, tra canzoni e colonne sonore di film. Una canzone di Scout Niblett e una dei Perturbazione, un pezzo degli Altro e uno dei Panda Bear. Explosions In The Sky e Shellac e Jimmy Fontana. Spesso, per iniziare, mi sono ritrovato a proporre Ping Island/Lightning Strike Rescue Op preso dal film Life Aquatic. Sinceramente, credo che il punto fosse illuminare il momento, ispirarli. Successivamente, dopo aver tolto le cuffie, li trovavo più interessati a raccontarsi, a loro agio e molto interessati a quella musica nuova.

Le tredici persone che ho intervistato erano diverse per età, abitudini, interessi e per bisogni personali. A quel punto mi sembrava chiaro oltre alla musica da ascoltare, trovare qualcosa che li sorprendesse e mettesse totalmente al centro dell’attenzione chiedendo ad ognuno se avesse voluto realizzare con me una canzone sulla propria vita tratta dall’intervista che stavamo per iniziare. Allora Aldo, che colleziona ombrelli e detesta l’odore del pesce ha fatto una canzone sul cambiamento climatico, Davide da quasi non vedente sulla sua difficoltà a farsi la barba, Maria Lucia sulla sua difficoltà a concentrarsi o Jonny che, tristissimo già un mese prima per via della sua badante che sarebbe partita a Natale per la Polonia ha composto una canzone che andrebbe davvero suonata da una banda di liscio. Credo in effetti che questo potrebbe essere il coronamento del suo sogno. La canzone, tra parentesi, si chiama Canzone Per Teresa. Vorrei proprio trovare il modo e i musicisti per musicarle e registrarle in maniera che l’archivio prodotto possa continuare a svilupparsi, passando di mano in mano. Vedremo.

È importante tratteggiare anche le difficoltà e le soluzioni che sono riassumibili in: ascolta i consigli degli educatori e dedica ancora più tempo alle persone.

Andrea, detto il Bomber, ad esempio è stato il primo che dopo i primi giorni ho cercato di intervistare. Una persona adulta, sui cinquanta anni, con la sindrome di down e una spiccata indipendenza dal gruppo. All’inizio non c’è stato verso, non ci conoscevamo a sufficienza. Quando ho preso a fare le altre interviste e a ritrarre gli altri negli appunti del diario -una sorta di grande taccuino- ho iniziato a tenermelo vicino e a parlarci anche se il nostro linguaggio comune era fatto di pochissime parole, quelle che potevamo usare: -Maria Lucia-, il suo grande amore, -qui!- o meglio -tu, qui!- o ancora -io e te, insieme-, -piove…- (anche se c’è il sole, poi se ne rende conto e ride) e -Neve!-, erano i nostri fondamentali. Insomma, tenendomelo vicino gli ho fatto ascoltare in cuffia album interi di musica molto diversa. Questa cosa ha completamente stupito anche Beniamino, uno dei direttori, a cui ho inviato una foto in cui il Bomber era felice come una Pasqua mentre faceva il movimento con le mani di tenere il ritmo con le bacchette mentre ascoltava i Mastodon.

Con lui poi sono riuscito a fare alcune delle prime foto, quelle più importanti con il lenzuolo, la fase che ha tenuto insieme tutti nel walldrawing, in cui gioca e si nasconde e sostanzialmente mi prende in giro. Non sarei mai riuscito a fare quella parte senza stabilire con pazienza un rapporto in cui ci si capiva reciprocamente. Non si sarebbe mai fidato, non mi avrebbe insegnato nulla e non sarei mai riuscito a realizzare una fase così articolata, non prevedibile e non scritta del progetto.

Dopo il periodo di ascolto ed interviste durato l’intero mese di Novembre, ho lavorato tra Dicembre e Gennaio in Sala Civica disegnando dalle nove a mezzanotte. In tutto quel tempo non è mai mancato un giorno che non trovassi al mattino presto qualcuno che prima delle sue mansioni venisse a rendere più pulito ed ordinato il mio spazio di lavoro o si presentasse con due caffè spendendosi in una chiacchiera mentre lavoravo in altezza sul trabattello, o ognuno a suo modo chi con una macchina fotografica per documentare i lavori, chi con una parola di sostegno, o un pasto caldo o mille suggerimenti, scambi, tempo, pazienza nella fasi più delicate di realizzazione.

Grazie a questa sintonia costruita durante i primi tre mesi di realizzazione di Epopteia!, l’esperienza insieme e con nuove professionalità, è continuata anche durante il primo lock down accettando di sfidarci con un nuovo progetto che abbiamo chiamato Piante & Piantine realizzato per identificare un modo per raggiungere oltre a tutte le persone di Nessuno Escluso, duecento persone fragili del territorio reggiano anche loro, come tutti noi, chiuse in casa. Grazie all’esperienza ed alle capacità di ognuno, nei tempi dettati dalle difficoltà di reperimento dei materiali in piena pandemia, siamo riusciti a trovare argilla, semi di fine primavera e scatoline di carta sufficienti per mettersi al lavoro e realizzare a mano oltre duemila bombe di semi (se non sai cosa sono, ti consiglio di leggere un po’ di tutto su Masanobu Fukuoka) da distribuire in oltre duecento scatoline di carta su cui ho disegnato per ciascuna una illustrazione. Pensando ad un modo per fare recuperare a tutte le ragazze ed i ragazzi fiducia dopo i mesi di lockdown Piante & Piantine proponeva due esercizi di esplorazione: uno nella propria abitazione, aprendo la scatolina di carta seguendo le linguette incollate, disegnando la propria casa e indicando i cambiamenti che ognuno voleva realizzare nel proprio ambiente domestico. Uno mettendo il naso fuori di nuovo con l’espediente delle bombe di semi, facendogli con un semplice espediente tornare la voglia di uscire di casa.

Epopteia! e Piante & Piantine sono un unico progetto che mi ha permesso con una continuità eccezionale data dalla pandemia di approfondire un tema che richiede questi tempi di realizzazione per essere anche solo scalfito.

Piante & Piantine wip from hu-be on Vimeo.

Piante & Piantine delivery – SD 480p from hu-be on Vimeo.

Dedicato a tutte le associazioni, gli educatori ed i volontari che giornalmente lavorano e investono il loro tempo per sostenere la vita attiva delle persone fragili. Dedicato a tutte le famiglie che giornalmente, in un mondo di assoluta indifferenza, evasione nel digitale, metodologica ipocrisia ed insensibilità, sostengono con cocciutaggine il diritto ad incontrare la Bellezza dei loro cari. Alle persone straordinarie che hanno sostenuto questi due progetti. Grazie a tutto lo staff della Polveriera.

Dedicato alle ragazze ed i ragazzi che in questo anno di pandemia non ce l’hanno fatta.

Emanuele Sferruzza Moszkowicz

Mi chiamo Emanuele Sferruzza Moszkowicz, preferisco Em, o Hu-Be. Questo è il mio archivio: www.hu-be.com e questo è un progetto che porto avanti che mi permette di conoscere molte persone: www.scribblitti.com