Previsioni Su Un Paese Stupendo

Ero a cena da un amico. Non era programmata. Però ora mi trovavo lì. Si era assentato brevemente in cucina per preparare una zuppa di pollo allo zenzero, giusto il tempo per vedere le cose che mi ero inutilmente ripetuto durante quella lunga camminata lasciare la testa ed evaporare contro il vetro. Aveva vinto la sua partita di tennis a due quindi era di buon umore. Un uomo minuto di origini filippine, divorziato, sui sessanta. Mi avrebbe riconosciuto squadrandomi senza nemmeno un saluto, se non avesse vinto quella partita, accellerando il passo fino alla portineria per poi scomparire nell’ascensore. Fuori nevicava mentre mi parlava dei suoi figli in Afghanistan e io facevo un sacco di domande mentre pensavo a cosa le avrei detto due ore dopo all’appuntamento che ci eravamo dati ad Union Square. Cercavo le parole che mi ripetevo prima in quella passeggiata in mezzo alla neve ma non le trovavo più. Erano le parole migliori che avevo pensato camminando da DUMBO alla sessantaquattresima fino ad incontrarlo vestito con le braghette corte e i calzettoni al polpaccio che urlava col suo accento nevrotico il mio nome sciabordando la racchetta nella tormenta di neve. Nel posare il wok sulla tavola apparecchiata mi guardò sollevando un sopracciglio. Era un vistoso segnale di allarme nella sua distaccata compostezza abituale. Mi chiese allora se ci fosse qualcosa che non andasse servendomi un piatto fumante e risposi che si, che mi piaceva una persona e che non mi capitava da un po’ una cosa del genere e che ci saremmo incontrati poco dopo e che avevo scordato tutto quello che sentivo di volerle dire. Allora sorrise e mi disse una cosa fantastica: Em, you are not a big deal as a person, you draw. That’s what you do. I am a big deal. I’m a doctor, I save lives. About your lover, just live your life as better you can, be happy and stop thinking so much. Now, eat your soup.

Perchè scrivo questa cosa? Perchè c’è caldo e pensare alla neve aiuta. O forse no. Perchè quello che mi disse è tuttora importante e lo tengo sempre a mente. Questo pezzo si chiama “Vecchi pensionati scappati dall’ospizio sotto l’effetto di droghe che muoiono tra le onde del mare falciati dalla Morte durante l’ Assunzione divina dei due continuatori della stirpe italiana, due bambini già vecchi e rugosi – Previsioni su un paese stupendo -” è un titolo lungo lo so, ma così si evita di descriverlo ogni volta. E’ il disegno più grande che ho fatto  ad oggi.

 

 

Emanuele Sferruzza Moszkowicz

Mi chiamo Emanuele Sferruzza Moszkowicz, preferisco Em, o Hu-Be. Questo è il mio archivio: www.hu-be.com e questo è un progetto che porto avanti che mi permette di conoscere molte persone: www.scribblitti.com