Qualche pensiero sul finale di Mad Men

ATTENZIONE: SPOILER per chi non ha visto il finale di Mad Men.

Da quando domenica è andata in onda l’ultima puntata di Mad Men, critici e fan discutono il significato dell’ultima scena: è stato Don Draper a inventare Hilltop, lo spot della Coca Cola? Oppure Don Draper è rimasto in California a fare yoga e a bersi il messaggio di fratellanza universale dello spot, magari ideato da Peggy alla McCann-Erickson?

La maggior parte dei critici è convinta che l’interpretazione più probabile sia la prima – anche grazie ad alcuni indizi, come la somiglianza tra un’attrice dello spot e una ragazza incontrata da Don al ritiro – e in molti l’hanno giudicata una scelta brillante e geniale nel suo cinismo: sembra che Don abbia un’illuminazione e trovi finalmente la pace, mentre sta avendo semplicemente l’idea per lo spot del secolo. Anche Jon Hamm, l’attore che interpretato Don, ha detto la sua: «per come la vedo io, il giorno dopo Don si è svegliato in questo posto bellissimo, ha avuto un momento di serenità e consapevolezza e ha capito chi è davvero. E lui nel profondo è un pubblicitario. E così gli viene in mente questa idea. C’è un modo cinico di vederla e dire “Wow, è orribile”. Ma io penso che per Don rappresenti un certo tipo di consapevolezza e conforto nella vita incredibilmente inquieta e priva di conforto che ha vissuto».

Giovedì è intervenuto nel dibattito anche Matthew Weiner, l’ideatore della serie, durante un incontro alla New York Public Library. Non ha voluto dire chiaramente se Don sia l’autore o meno dello spot – «Non sono mai stato un tipo netto, sono sempre riuscito a vivere con le ambiguità. Perché dev’essere per forza in un modo o nell’altro?», ha detto – ma alcuni critici sono convinti di sì dal mondo in cui ne ha parlato. Weiner ha però difeso lo spot e ricordato che il rapporto tra la pubblicità e il prodotto è sempre stato ambiguo in Mad Men: questo caso non fa eccezione.

«Ho sentito molta gente borbottare e lamentarsi che lo spot sarebbe eccessivamente sdolcinato», ha detto Weiner. «Quel cinismo mi dà un po’ fastidio. Non sto dicendo che la pubblicità in generale non possa essere sdolcinata e banale, voglio dire che le persone che trovano quello spot sdolcinato e banale probabilmente hanno un certo modo di vedere la vita, e si perdono qualcosa. Cinque anni prima, i neri e i bianchi non sarebbero mai apparsi in una pubblicità insieme! E l’idea che qualcuno in una sorta di illuminazione e non perché doveva farlo [la frase forse più esplicita sul fatto che l’autore dello spot sia Don, ndr] abbia creato qualcosa di davvero puro – ok, c’è una bevanda zuccherata e un buon sentimento – beh, per me quella pubblicità è la migliore in assoluto e viene da un buon posto, probabilmente il desiderio di vendere Coca Cola!».

Weiner ha raccontato di aver saputo come sarebbe finito Mad Men già dalla quarta stagione: «Perché non finire la serie con la più grande pubblicità mai realizzata? A meno che abbiate un cuore di ghiaccio, penso sia dura riuscire a guardarlo, e non è solo per la roba della nostalgia, mi riferisco a persone che non l’hanno mai visto. L’ho mostrato a Kiernan [Shipka, l’attrice che interpreta Sally Draper], e mi ha detto: “Quella canzone è così bella”».

Nell’intervista Weiner ha parlato anche del personaggio Leonard («il pubblico avrebbe capito che stava abbracciando una parte di se stesso»), del cancro di Betty (aveva deciso che sarebbe morta già dalla quarta serie), di come il viaggio di Don sia ispirato al Fuggitivo e la sua storia a quella di Richard Nixon.

Nel frattempo CNN ha intervistato Billy Backer, il pubblicitario che ha realmente inventato lo spot Hilltop: «Non mi interessa, non l’ho visto», ha spiegato però. Backer ha detto di aver smesso di guardare Mad Men dopo la seconda stagione, quando secondo lui era diventato «più una soap opera che una serie tv sulla pubblicità». Ha però aggiunto che ora che nella serie si parla del suo spot, le darà una seconda possibilità. «Ora che me l’avete detto, la riprenderò e la guarderò».

Arianna Cavallo

Libri, moda, fotografia, ma soprattutto Cit. Editor al Post. Twitter: @ariannacavallo