Sugar Man in Italia

Venerdì a Milano – e poi la settimana successiva a Roma e Firenze – suonerà Sixto Rodriguez: se non siete già grandi fan, forse ne avete sentito parlare perché la sua storia è stata raccontata dal documentario Searching for Sugar Man (Sugar Man, in italiano), che ha vinto l’Oscar – e moltissimi altri premi – nel 2013. Se non ne avete ancora sentito parlare, questa è in breve la sua incredibile storia.

Il trailer di Searching for Sugar Man

All’inizio degli anni Settanta, Rodriguez era uno dei tanti cantanti folk americani che parlava di libertà, droghe, ingiustizia e ribellione. Veniva da una famiglia povera di immigrati messicani e si esibiva nei locali di Detroit, in Michigan, per pochi dollari. Aveva pubblicato due dischi, Cold Fact, nel 1970, e Coming from Reality, nel 1972: alla critica erano piaciuti ma non se li era comprati nessuno. Rodriguez – che è nato nel 1942 e allora aveva poco più di trent’anni – capì che non aveva un futuro nella musica, comprò una casa all’asta per 50 dollari, trovò lavoro come operaio in un’azienda di demolizioni, si sposò e fece tre figlie.

La sua vita andò avanti così, tra le difficoltà quotidiane di una famiglia che poteva contare su un piccolo stipendio, ma nel frattempo la sua musica prese un corso tutto suo. Una casa discografica australiana scoprì i due dischi di Rodriguez, ne comprò i diritti e li ripubblicò insieme in una raccolta: divennero subito un grosso successo. Nel 1979 Rodriguez andò in tour in Australia, dove suonò per la prima volta davanti a 15 mila persone, e ci ritornò di nuovo nel 1981. «Pensavo fosse l’apice della mia carriera», ha detto recentemente. «Avevo raggiunto quella missione epica. Poi non è successo molto. Non ci sono state altre chiamate o qualcosa del genere».

Rodriguez in Australia nel 1979

Rodriguez non poteva immaginare che in un paese molto lontano era invece letteralmente idolatrato, più dei Beatles o di Bob Dylan: la sua musica dall’Australia era arrivata fino in Sudafrica, dov’era popolarissima tra i bianchi liberali e di sinistra, che avevano addirittura adottato alcune sue canzoni come inni contro l’apartheid. In Sudafrica Rodriguez era una leggenda, accresciuta dal completo mistero attorno a lui. Non se ne sapeva niente tranne le poche informazioni contenute sulle copertine dei dischi (il suo nome, la casa discografica) e qualche foto che lo ritraeva: un giovane elegante dalla pelle scura e gli occhiali da sole. A un certo punto circolava la voce che si fosse ucciso, sparandosi o dandosi fuoco, addirittura sul palco durante un concerto. È ovvio, ma bisogna ricordarsi qui che parliamo di un’epoca in cui internet non esisteva: l’unico modo per restare informati sulla musica era leggere la stampa specializzata, e su Rodriguez non si sapeva mai niente. In Sudafrica molti erano convinti che Rodriguez fosse morto.

Nel 1997 Stephen “Sugarman” Segerman, proprietario di un negozio di dischi a Cape Town, e il giornalista Craig Bartholomew, decidono di scoprire chi fosse davvero Rodriguez e che fine avesse fatto. Aprono un sito internet per facilitare la ricerca, che si conclude un anno dopo quando ricevono una email da Eva, una delle figlie di Rodriguez: gli dice che è vivo, sta bene. Da quel momento la vita di Rodriguez cambia di nuovo e viene travolta dalla fama enorme che sognava da ragazzo. Nel 1998 va in tour in Sudafrica, dove si esibisce in sei tappe davanti a migliaia di persone che cantano a memoria i testi delle sue canzoni: e sono persone esaltate dal fatto innanzitutto di vederlo. Come se davvero Jim Morrison o Freddie Mercury non fossero morti e oggi si esibissero a sorpresa. Esce un nuovo disco dal vivo e viene girato un primo documentario su di lui, Dead Men Don’t Tour.

Rodriguez in Sudafrica nel 1998

Nel frattempo la sua storia viene scoperta dal regista Malik Bendjelloul, che decide di raccontarla in un documentario (e dopo quattro anni di lavoro riesce anche a convincere Rodriguez a comparire nel video): Searching for Sugar Man viene presentato al Sundance festival nel gennaio del 2012 e diventa subito un grande successo. Vince un po’ di tutto e trasforma Rodriguez in una star anche negli Stati Uniti: viene ospitato da Letterman, Jay Leno, 60 Minutes, si esibisce al Beacon Theatre di New York, al festival di Glastonbury, al Montreux Jazz festival di Ginevra, inizia una serie di tour mondiali, tra cui in molti paesi europei, e progetta l’uscita di un terzo album. Nei prossimi giorni oltre che a Milano si esibirà a Roma, il 20 maggio, e a Firenze, il 23.

Sugar Man

I Think of You

I Wonder

Silver Words?

Cause

Arianna Cavallo

Libri, moda, fotografia, ma soprattutto Cit. Editor al Post. Twitter: @ariannacavallo