Un politico l’avrebbe fatto?

Certo, la prima domanda da porsi sulla decisione di Mario Monti è se sia giusta o sbagliata. Ma subito dopo bisogna farsene un’altra: un altro presidente del consiglio, un “politico”, l’avrebbe fatto?

In effetti il blocco della candidatura olimpica di Roma è una di quelle decisioni che segnano totale discontinuità col passato, che quindi marcano una leadership. Non si era mai visto che un governo negasse il sostegno a una iniziativa di tale portata, sostenuta da tutti i principali partiti, da quasi tutti i media, dalle forze economiche del paese e da opinion leader come sono i campioni dello sport.

Monti è andato contro tutto e contro tutti (secondo alcune fonti, stavolta anche contro l’opinione del capo dello stato), usando un argomento definitivo: un paese i cui cittadini si sottopongono a duri sacrifici non può avventurarsi in un’impresa sicuramente bellissima, ma dai costi incerti.

La scelta di Monti è dettata da un principio di precauzione quasi sconosciuto al mondo politico. Abitualmente si preferisce puntare sul risultato immediato, con ciò che ne consegue quanto a popolarità: che cosa poi effettivamente accadrà fra otto anni non è un problema che siamo abituati a considerare.

Leggiamo poi i nomi del comitato promotore di Roma 2020. Dopo il presidente, Gianni Letta, troviamo fra gli altri: Pescante, Carraro, Abete, Azzurra Caltagirone, Montezemolo, De Laurentiis, Della Valle, Elkann, Geronzi, Malagò, Marcegaglia, Regina. Il gotha trasversalissimo del potere economico, finanziario ed editoriale italiano, compresi alcuni dei protagonisti dei flop sportivi più disastrosi, da Italia 90 ai mondiali di nuoto del 2009. E allora arriva la terza domanda: ma Monti non doveva essere «l’uomo dei poteri forti»?

L’impressione è che anche stavolta il premier abbia “strappato” tenendo un occhio ai conti e l’altro all’opinione degli italiani (non solo quelli del Nord). Una mossa da politico di lunga visione, dunque, che spiazza politici d’ogni tendenza: quelli che non si farebbero mai mancare un grande evento, tanto meno un grande evento molto costoso.

Stefano Menichini

Giornalista e scrittore, romano classe 1960, ha diretto fino al 2014 il quotidiano Europa, poi fino al 2020 l’ufficio stampa della Camera dei deputati. Su Twitter è @smenichini.