Ridere delle minoranze in tv

Eddie Huang è cuoco televisivo, passato per TED, Vice, MTV, padrone di ristoranti, ex avvocato, stand-up comedian e spacciatore di roba leggera (a suo dire). Huang, prima generazione americano, è diventato uno dei volti dell’arrembante segmento demografico Asian-American, una accezione larga che comprende cinesi, coreani, giapponesi ma anche indiani, vietnamiti, cambogiani e tanti altri insomma un continente e qualcosa di più.
Stando solo a quello che vediamo in televisione, gli asiatici sono la nuova minoranza emergente nella televisione americana. Ci siamo cibati per anni di famiglie di colore nero, passando per i Jeffersons, Cosby e Will Smith. Non solo sitcoms. Questa settimana va in onda il gran finale di Empire, uno dei successi della stagione tv.

La televisione ha fatto servizio pubblico, non importano il format o i contenuti. Ha incluso nella torta americana fette di afroamericani e ora fa lo stesso con gli asiatici. Nuovi pubblici crescono e vanno alimentati, pensando a come attrarre anche tutti quelli che sono ancora maggioranza.
Si comincia sempre dal farci quattro risate sopra. E la nuova sitcom di ABC, Fresh off the boat (Appena scesi dal barcone) tratta dalla autobiografia del cuoco famoso Eddie Huang, ha fatto il botto. Siamo nel 1995 e la nostra famigliola si trasferisce dalla Chinatown di Washington a Orlando. Dalla città al sobborgo, bianco, americano. E l’americanizzazione, l’integrazione sono l’ovvio centro della storia, con il costante rischio di stereotipi. Ma si ride, con leggero senso di colpa. Succede anche con Jane the virgin (altro successo tv) e gli ispanici.

In Fresh off the boat il ragazzino protagonista di 11 anni si sente dire dal compagno di classe nero che ora è lui, ultimo arrivato, in fondo alla scala sociale. Ma ci penserà la “tiger mom” (così succede nella realtà) a fargli salire in fretta i gradini.
Eddie Huang ha scritto che questa di ABC è una versione edulcorata del suo libro e la sua vita ma questo è quello che fa in genere la televisione generalista e avrebbe dovuto saperlo.

Come dimostrano ogni giorno le Ferguson americane (per dire delle emergenze più visibili) la presidenza Obama non ha chiuso e non poteva sigillare il melting pot americano. Italiani, irlandesi (per stare solo a New York) si sono assimilati più velocemente grazie al colore della pelle. La televisione, per dirla in estrema sintesi, prova a fare opera di supplenza, ritagliando oasi di successo per tutti. La televisione è più avanti del paese. La tanto deprecata correttezza politica serve a qualcosa.

In tempi in cui si parla molto di televisione pubblica (e della sua mission) in Italia proviamo a chiederci perché non si fanno programmi come questi in Italia. Perché si parla tanto di barconi e non si riesce ad esprimere uno straccio di contenuto decente o di figura rappresentativa dei nuovi italiani, nostri vicini di casa. E lo chiamano servizio pubblico.

Foto: Slaven Vlasic/Getty Images

Andrea Salvadore

Vive a New York e fa il regista. Ha un blog, Americana Tv