La Russia ha dichiarato organizzazione estremista il collettivo femminista Pussy Riot, noto per la sua opposizione a Putin

Alcune persone delle Pussy Riot a Berlino, Germania, 12 maggio 2022 (Sean Gallup/Getty Images)

 
Alcune persone delle Pussy Riot a Berlino, Germania, 12 maggio 2022 (Sean Gallup/Getty Images)

 

Le Pussy Riot, un collettivo femminista e band punk russa che si è fatta notare in numerose occasioni per plateali azioni di protesta contro il governo del presidente Vladimir Putin, sono state dichiarate un’organizzazione estremista da un tribunale di Mosca. Ciò significa che le loro attività sono vietate in Russia e che per le autorità sarà più semplice perseguire le persone che hanno lavorato con loro e i loro fan. Le componenti della band, nessuna delle quali abita più in Russia, hanno detto che questa decisione del tribunale è basata soltanto su motivazioni politiche.

Il gruppo è stato fondato nel 2011 e divenne molto famoso nel 2012 quando organizzò una protesta all’interno della Cattedrale del Cristo Salvatore a Mosca, criticando Putin e la Chiesa ortodossa. A settembre un tribunale le aveva tutte condannate in absentia (cioè il processo si è svolto senza le imputate perché erano in esilio) con una sentenza che prevedeva fino a 13 anni di carcere, con l’accusa di avere diffuso notizie false sull’esercito russo, un capo di imputazione usato spesso dalle autorità russe contro i cittadini che criticano l’invasione dell’Ucraina.