A Como si litiga per dei ciliegi
Per evitare che vengano abbattuti, ogni mattina i residenti scendono in strada facendo arrabbiare il sindaco, che non è uno che le manda a dire

A Como, in Lombardia, da una settimana un gruppo di cittadini e cittadine scende in strada alle 7 di mattina e si mette vicino agli alberi di ciliegio giapponese che costeggiano via XX settembre, alla fine della quale c’è una delle stazioni ferroviarie della città. Le persone, in piccoli gruppi di circa dieci persone, si posizionano a turno sotto i rami spogli e aspettano. Quando lunedì i giardinieri incaricati dal comune sono arrivati sulla via per tagliare le piante non hanno potuto iniziare i lavori: i cittadini glielo hanno impedito. E così hanno continuato a fare ogni mattina, per contestare la decisione del comune di abbattere i ciliegi. È stata avviata anche una petizione online che ha raccolto oltre 5.000 firme.
Il sindaco Alessandro Rapinese ha pubblicato un video in cui definisce più volte “pazzi” i cittadini che protestano per i ciliegi. Rapinese è a capo di una maggioranza civica ed è noto per le parole aggressive con cui spesso interviene sui social per commentare le critiche alle decisioni della sua giunta, tanto che un video che raccoglie alcune di queste risposte ha 600mila visualizzazioni su Instagram. Dice di non capire perché siano disposti ad accettare gli abbattimenti già iniziati in una via vicina, dove i ciliegi erano morti da tempo, ma non nella strada della stazione.
I cittadini hanno risposto al video del sindaco dicendosi intenzionati ad accettare l’abbattimento delle sole piante malate, a patto che vengano sostituite da altri ciliegi e non da peri, come vorrebbe fare il comune. I cittadini hanno poi criticato il diverso colore dei fiori di pero, bianco e non rosa, e sostengono che la loro fioritura abbia un cattivo odore. Per ora, però, non si è ancora trovato un accordo e i presidi continuano ogni mattina.
Il comune vuole tagliare i ciliegi della città da quando un’agronoma ha rilevato che il 70 per cento dei ciliegi della via sta per morire perché è attaccato da funghi che proliferano e causano escrescenze sui tronchi. Queste patologie, secondo l’agronoma, sono derivate dal cambiamento climatico in città e dall’inquinamento. Nel 2024 Como si è classificata tra le città italiane con i livelli più alti di biossido di azoto (NO₂), un inquinante atmosferico nocivo sia per la salute che per l’ambiente. L’agronoma sostiene che invece i peri siano una varietà di pianta più resistente.

I ciliegi fioriti a Como (il Post)
I ciliegi su cui comune e cittadini litigano si trovano sulla via della stazione da una cinquantina d’anni e quando fioriscono in primavera (è successo anche quest’anno, nonostante le piante non se la passino bene) colorano la strada in modo suggestivo, in un modo non dissimile da come avviene anche in altre città italiane (succede per esempio a Roma nel quartiere EUR). Ma la fioritura dei ciliegi è un fenomeno enorme e ben più noto soprattutto in Giappone, dove le piante sono diffusissime e l’attività di ammirarle in primavera ha un nome (hanami). Nel suo piccolo, anche a Como i turisti che capitano da quelle parti si fermano a fotografare la fioritura.
Peraltro non sono gli unici ciliegi in città: fino a pochi giorni fa, se ne trovavano anche ai lati del viale del Tempio Voltiano, un piccolo museo dedicato al fisico Alessandro Volta e situato nei giardini in riva al lago, in un punto panoramico molto noto. I ciliegi del Tempio Voltiano sono stati abbattuti dal comune prima che i cittadini se ne accorgessero, che ora dicono di non voler permettere che accada di nuovo vicino alla stazione.
Intanto sul litigio tra comune e cittadini ha preso posizione anche la Regione Lombardia: l’assessore al Territorio e Sistemi verdi, Gianluca Comazzi, ha definito i ciliegi un «patrimonio identitario» della città e in una mail inviata al sindaco ha chiesto di sospenderne l’abbattimento e valutare soluzioni alternative, mettendosi a disposizione per un confronto tecnico anche con l’Ente regionale per i servizi all’agricoltura e alle foreste.
Rapinese ha detto di non aver visto la mail di Comazzi – che ha invece ribadito di avergliela mandata – e ha detto che sarebbe meglio se l’assessore si occupasse dei problemi della regione. Nel corso della settimana i giardinieri non hanno più tentato di tagliare gli alberi in quella via e il dibattito si è spostato in piazza, dove i cittadini hanno manifestato nel weekend, ma anche online.



