Il governo messicano aumenterà i soldati nello stato di Michoacán, dopo l’uccisione di un sindaco da parte dei cartelli del narcotraffico

Il governo del Messico manderà circa mille soldati nello stato messicano di Michoacán, dove il 3 novembre un sindaco molto critico verso i cartelli del narcotraffico locali è stato ucciso in mezzo alla folla durante un evento pubblico. Il sindaco, Carlos Alberto Manzo Rodríguez, amministrava Uruapan, che con 300mila abitanti è la seconda città dello stato: aveva spesso chiesto al governo nazionale maggiori interventi per contrastare i cartelli, e viveva sotto scorta dal 2024. Il governo ha annunciato anche che investirà nello stato l’equivalente di 2,7 miliardi di euro.
La decisione conferma l’approccio interventista e repressivo della presidente Claudia Sheinbaum nelle politiche di sicurezza, soprattutto per contrastare i cartelli del narcotraffico: un cambiamento notevole rispetto al suo predecessore Andrés Manuel López Obrador, di cui è considerata l’erede politica (entrambi fanno parte del partito MORENA, di centrosinistra). López Obrador aveva avviato una strategia – poi rivelatasi fallimentare – che evitava la repressione con la forza dei gruppi criminali, cercando di risolvere le cause sociali della violenza. Sheinbaum comunque non ha abbandonato del tutto questa strada: buona parte degli investimenti annunciati dal governo servirà a finanziare infrastrutture e programmi sociali.
Con l’arrivo dei nuovi soldati, previsto lunedì, il numero totale di soldati presenti nello stato di Michoacán supererà i 10mila. Circa 4mila saranno impegnati in una strategia di contenimento per impedire che i cartelli locali agiscano anche in stati limitrofi, come ad esempio quello di Jalisco. Saranno inoltre inviati agenti dell’intelligence per raccogliere maggiori informazioni sui gruppi narcotrafficanti.


