I ragazzi non vogliono più i cinquantini
Per decenni sono stati il mezzo più desiderato e sfruttato dagli adolescenti, oggi di motorini da 50cc se ne vendono pochissimi

Fino a una ventina d’anni fa uno dei regali maggiormente desiderati dagli adolescenti italiani, vissuto quasi come una specie di primo rito di passaggio all’età adulta, era il “cinquantino”: cioè uno scooter con motore da 50 centimetri cubi (50 cc), il primo mezzo a motore che si può guidare già a 14 anni. Era normale, più per i ragazzi ma anche per le ragazze fare continue pressioni sui propri genitori nella speranza di farsene comprare uno, e dal 2004 iscriversi a scuola guida e superare l’esame per ottenere il patentino (la cosiddetta patente AM). Che fosse per girare in una grande città, o per raggiungere i centri di paesi più piccoli dalla campagna, per milioni di adolescenti, e nell’arco di decenni, il cinquantino è stato il mezzo di elezione.
Tra gli anni Sessanta e Ottanta il modello più ambito era spesso un Piaggio Ciao o una Vespa 50, ma anche un Garelli, un Benelli, un Motom, poi sostituiti negli anni Novanta e Duemila da cinquantini più sportivi, moderni e carenati, come l’Aprilia SR 50, il Malaguti Phantom F12 o l’Aerox e il Booster prodotti da Yamaha. Oggi le cose sono cambiate, e i “cinquantini” non sono più la prima cosa a cui ambisce un adolescente, anzi: ce ne sono in giro sempre meno, per motivi ambientali, per l’aumento dei costi che bisogna sostenere per guidarli e per la concorrenza di nuovi mezzi.
Secondo gli ultimi dati diffusi dall’Ancma, l’Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori, nei primi dieci mesi del 2025 ne sono stati venduti 12.173, con una diminuzione di oltre il 24 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Nel 2000, quando le vendite hanno iniziato a crollare, se ne erano venduti 311.836. L’anno dopo 175.543, poco più della metà. Nel 2009, per la prima volta, le vendite non raggiunsero le centomila unità, e negli ultimi sei anni si sono mantenute tra le 19mila e le 20mila, con l’eccezione del 2020, l’anno della pandemia di Covid, quando calarono ulteriormente fermandosi a poco più di 15mila.

Un Honda C50 del 1964 (National Motor Museum/Getty Images)
Le statistiche si riferiscono ai ciclomotori, il termine tecnico utilizzato per descrivere i “cinquantini”: la categoria comprende tutti i veicoli a due o tre ruote con motore fino a 50 centimetri cubi e velocità massima di 45 chilometri orari, dai vecchi motorini come il Ciao agli scooter, inclusi i modelli elettrici equivalenti (fino a 4 kW di potenza).

Un’esposizione di Vespa a Pontedera, nel 2016 (Laura Lezza/Getty Images)
I cinquantini circolano molto meno per diversi motivi. Uno di questi è il costo delle assicurazioni necessarie per guidarli, aumentato anche perché le riparazioni e i ricambi sono sempre più cari e gli incidenti continuano a essere molto frequenti.
Come ha notato il giornalista di Dueruote Marco Gentili, un’altra ragione che contribuisce a spiegare la contrazione del mercato dei cinquantini è la concorrenza di altri mezzi che assolvono più o meno alla stessa funzione: consentono spostamenti comodi e agili, principalmente in città, ma con costi inferiori e meno adempimenti burocratici.
Fino all’anno scorso la principale alternativa erano i monopattini elettrici, anche perché potevano circolare senza targa, senza l’obbligo di un’assicurazione e senza la necessità di indossare un casco. Da novembre del 2024, con la riforma del codice della strada, questi requisiti sono stati aggiunti, ma restano comunque più convenienti rispetto a uno scooter, dato che non serve superare un esame di guida per guidarli, con tutti i costi che ne conseguono.
Un’altra tipologia di mezzi che sta avendo un grande successo, e che risponde più o meno alle stesse esigenze di mobilità, sono le cosiddette e-bike, le biciclette a pedalata assistita. Rientrano nella categoria dei velocipedi (veicoli a due o più ruote azionati principalmente dallo sforzo muscolare di una persona), e in teoria il motore elettrico di cui sono dotate dovrebbe rispettare dei limiti di potenza, smettendo di assistere la pedalata quando la velocità supera i 25 chilometri orari.
In molti casi però questi criteri non vengono rispettati. Succede soprattutto nelle grandi città, dove i rider (una categoria per cui questi mezzi sono diventati indispensabili) acquistano spesso e-bike modificate e capaci di raggiungere anche 45 chilometri orari senza pedalare.
Se le vendite dei Cinquantini sono crollate, secondo Ancma quelle delle e-bike sono aumentate moltissimo. Nel 2014 ne erano state vendute 51.156, nel 2024 274mila. Anche in questo caso, i vantaggi rispetto ai tradizionali cinquantini sono evidenti, dato che non richiedono targa, casco, assicurazione e patente.

Anche il mercato delle microcar, le auto a due posti che si possono guidare a 14 anni con la patente AM, sta avendo uno sviluppo notevole. In Italia questi mezzi circolano già dagli anni Duemila, ma hanno avuto una diffusione più ampia soltanto negli ultimi tempi, anche perché le aziende stanno creando modelli interamente elettrici e con un design più accattivante. Uno degli esempi più noti è la Fiat Topolino, prodotta a partire dal 2023 e ispirata a un celebre modello che ebbe grande fortuna tra gli anni Trenta e Cinquanta. Nel 2024 in Italia sono state immatricolate 21.442 microcar, con un aumento di più del 25 per cento rispetto all’anno precedente. Un’alternativa meno presa in considerazione sono invece gli scooter elettrici: l’anno scorso ne erano stati venduti poco più di 10mila.
A contribuire al calo delle vendite è stata anche l’entrata in vigore di norme ambientali sempre più severe per i motori a scoppio, che hanno reso complicata (e costosa) la produzione dei cinquantini. Le regole europee sulle emissioni (le cosiddette Euro 4 ed Euro 5) impongono limiti molto rigidi agli scarichi anche per i motori più piccoli.
Per adeguarsi, i produttori avrebbero dovuto riprogettare completamente il motore a due tempi (un tipo di motore a combustione interna che utilizza una miscela di olio e benzina per la lubrificazione e la combustione), che per decenni ha equipaggiato la grande maggioranza dei modelli in circolazione, dal Piaggio Ciao all’Aprilia SR 50, dal Malaguti Phantom allo Yamaha Aerox. Un’operazione troppo costosa per un mezzo pensato per costare poco: alcune aziende hanno preferito smettere di produrlo o puntare su versioni elettriche, più facili da omologare.
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