Negli ultimi giorni in Nepal un alpinista italiano è morto sotto una valanga, altri due sono dispersi in un’altra zona

Aggiornamento del 4 novembre: il ministero degli Esteri italiano ha detto martedì di non essere ancora riuscito a confermare la morte di un alpinista italiano nella valanga che ha colpito il campo base dello Yalung Ri. Era stata la polizia nepalese a dare la notizia. Sono invece morti Stefano Farronato e Alessandro Caputo, i due alpinisti italiani che erano dispersi sul Panbari.
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Negli ultimi giorni un alpinista italiano è morto sotto a una valanga in Nepal, al campo base della vetta Yalung Ri, nel distretto di Dolakha. Altri due sono dispersi da tre giorni sulla montagna Panbari, alta 6.887 metri, sulla catena montuosa del Peri Himal, a circa duecento chilometri di distanza dal Dolakha.
Non si conosce ancora l’identità dell’alpinista morto nella valanga che lunedì ha colpito improvvisamente il campo base dello Yalung Ri, a 5.630 metri, dove un gruppo di alpinisti si stava preparando a scalare la vicina vetta Dolma Khang (6.332 metri). Oltre a lui sono morti altri sei alpinisti: tre statunitensi, un canadese e due nepalesi. Quattro sono stati feriti e sono ancora in corso le ricerche per altri quattro. Le operazioni di soccorso sono state finora complicate per via di permessi speciali che gli elicotteri devono ottenere per volare in quella zona, e per le cattive condizioni meteorologiche.
Stefano Farronato e Alessandro Caputo sono invece i due alpinisti italiani dispersi da sabato. Stando alle informazioni disponibili stavano tentando la scalata del Panbari, una montagna remota e poco frequentata, quando una forte nevicata li ha colpiti mentre si trovavano al campo 1. Il capo della spedizione, Valter Perlino, era rimasto al campo base ed è stato soccorso lunedì insieme ad altri tre alpinisti. Le ricerche di Farronato e Caputo sono ancora in corso.


