L’Assemblea Nazionale francese ha respinto la proposta sulla tassa Zucman, che avrebbe tassato i più ricchi

L’Assemblea Nazionale francese, la camera bassa del parlamento, ha respinto la proposta di legge che avrebbe introdotto la cosiddetta “tassa Zucman”, ovvero un’imposta annuale del 2 per cento sulle famiglie che hanno un patrimonio netto superiore ai 100 milioni di euro. La tassa è considerata un simbolo per i partiti di sinistra, che negli ultimi mesi avevano spinto molto affinché venisse approvata nell’ambito della legge di bilancio per il 2026 (una proposta indipendente era già stata votata in parlamento, ma era stata bocciata in Senato). Anche questa volta però la tassa è stata respinta, con 228 voti contrari e 172 favorevoli. È stata bocciata anche una versione “alleggerita” della proposta, avanzata dai Socialisti, che avrebbe previsto una tassazione del 3 per cento sui patrimoni pari o superiori ai 10 milioni di euro (sarebbero state escluse le aziende a conduzione familiare e le startup).
Secondo Gabriel Zucman, l’economista francese da cui prende il nome la proposta, la tassa avrebbe riguardato 1.800 famiglie francesi e avrebbe portato allo stato circa 20 miliardi di euro all’anno. Altri economisti ritengono questa stima esagerata, perché temono che porterebbe i più abbienti a spostare la residenza fuori dalla Francia, rendendo nullo l’effetto della proposta. Il primo ministro Sébastien Lecornu, tornato in carica dopo le inaspettate dimissioni di inizio ottobre, si è detto «profondamente contrario» a questa proposta. Lecornu però in questi giorni deve assolutamente riuscire a trovare un compromesso che metta d’accordo i parlamentari e che permetta di approvare la legge di bilancio, un tema su cui la politica francese si è incagliata da settimane.
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