Cosa fece Luigi Mangione nei mesi precedenti all’omicidio di Brian Thompson
Il New York Times ha ricostruito il suo viaggio in Asia e alcuni elementi di come si radicalizzò

Il New York Times ha ricostruito in una lunga inchiesta come Luigi Mangione passò i mesi precedenti all’omicidio di Brian Thompson, amministratore delegato dell’azienda statunitense di assicurazioni mediche UnitedHealthcare. Dopo che Mangione fu arrestato, l’attenzione sulla sua storia e sul suo movente fu altissima, ma finora non si sapeva molto di cosa avesse fatto prima di uccidere un uomo che vedeva come rappresentante dei problemi del sistema sanitario privato americano, e di come si fosse radicalizzato.
Mangione uccise Thompson il 4 dicembre del 2024, e fu arrestato il 9 dicembre. Alcuni mesi prima, ad agosto, aveva scritto nel proprio diario: “Mi sento finalmente sicuro di cosa farò e non ho alcun dubbio che sia la cosa giusta da fare”. Era tornato alcune settimane prima da un viaggio zaino in spalla in diversi paesi dell’Asia. Il New York Times lo ha ricostruito raccogliendo le testimonianze di persone incontrate da Mangione, post e messaggi condivisi sui social e alcuni documenti compilati nei luoghi in cui pernottò.
Un giocatore di poker professionista ha detto di aver incontrato Mangione a Tokyo, in Giappone, nel febbraio del 2024. Il mese successivo Mangione si trovava a Bangkok, in Thailandia, dove trascorse una serata con alcuni ragazzi americani che vivevano lì. Christian Sacchini, uno dei due ragazzi, ha raccontato che parlarono degli alti costi della sanità negli Stati Uniti, e Mangione disse di essere stupito di quanto poco costasse una risonanza magnetica in Thailandia.
Nei giorni successivi, Mangione scrisse su WhatsApp ad alcuni amici di aver avuto delle serate molto movimentate a Bangkok. Raccontò di essere stato picchiato da 7 “ladyboys”, un termine usato localmente spesso con una connotazione offensiva per indicare le donne trans, condividendo la foto del suo braccio pieno di lividi.
Dopo un po’ di tempo, non è riportato quanto di preciso, Mangione tornò in Giappone. Ad aprile inviò un messaggio vocale a un amico dicendo che voleva solo «stare un mese a meditare, andare alle terme e scrivere». Durante il soggiorno dormì 6 notti in una guesthouse a Tenkawa, un piccolo paese a 80 km da Osaka noto per le sue montagne e i suoi templi. Juntaro Mihara, il proprietario della guesthouse, ha detto che Mangione passò la maggior parte del tempo a scrivere sul suo diario, lo stesso su cui aveva pianificato l’assassinio di Thompson, e a leggere.
Infine Mangione andò a Mumbai, in India, dove incontrò uno scrittore sconosciuto di nome Jash Dholani, che ha detto di aver incontrato Mangione dopo che questo aveva provato a comprare 400 copie di un suo libro autopubblicato, senza riuscirci, dal momento che la banca aveva bloccato la transazione perché sospetta. In alcuni post su X (l’ex Twitter) Dholani aveva parlato di Theodore Kaczynski, l’attentatore americano noto come Unabomber, definendolo un «filosofo terrorista» il cui manifesto «attacca la società moderna come nient’altro». Dholani aveva poi cancellato i post.
La figura di Kaczynski, spiega il New York Times, affascinava Mangione, come emerge da conversazioni, appunti sul suo diario e da alcuni post sui social. Nel suo diario aveva scritto che Kaczynski era stato «giustamente imprigionato» per i suoi atti violenti, ma che era impossibile ignorare quanto fossero accurate le sue previsioni sulla società.
Nel luglio del 2024 Mangione tornò negli Stati Uniti, alloggiando temporaneamente a San Francisco. Non è chiaro se nel frattempo abbia lavorato, ma si procurò un documento falso, con data di rilascio 18 giugno. Intanto aveva smesso di postare su X e Reddit. Negli appunti scritti sul suo diario in questo periodo Mangione si domandava come combattere quella che giudicava un’ingiustizia, riferendosi al sistema sanitario statunitense.
A un certo punto Mangione scrisse nel suo diario di aver deciso che il suo bersaglio sarebbero state le assicurazioni. «Soddisfa tutti i requisiti». In un altro appunto è scritto che ha scelto di non perseguire un altro obiettivo, che chiama «KMD». Non è chiaro a cosa si riferisse e sia lui che i suoi avvocati si sono rifiutati di darne spiegazione. «Che fai? Ammazzi il CEO alla convention annuale dei contabili parassiti. È mirato, preciso e non mette a rischio innocenti» scrisse Mangione, specificando di voler agire diversamente dagli attentati di Kaczynski. Gli investigatori hanno detto che l’assassinio era stato programmato «meticolosamente».
Nelle settimane successive all’omicidio, la figura di Mangione era stata molto romanticizzata, in modo piuttosto confuso, anche a causa di alcune caratteristiche che lo rendono difficile da classificare: emerse rapidamente infatti che era troppo ricco e con posizioni politiche troppo poco definite per aderire all’immagine di rivoluzionario di sinistra e anticapitalista che gli era stata inizialmente attribuita. È piuttosto frequente che chi compie o tenta di compiere omicidi di questo tipo sia difficile da incasellare politicamente, come successo anche con Tyler Robinson, l’assassino di Charlie Kirk.
Attualmente Mangione è accusato di omicidio volontario, dopo che un giudice dello stato di New York aveva respinto le accuse di omicidio con fini terroristici perché «non sono state presentate prove della volontà di terrorizzare il pubblico, diffondere paura generalizzata, impegnarsi in una campagna più ampia di violenza o complottare con gruppi terroristici organizzati».
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