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  • Giovedì 23 ottobre 2025

Ci sono molti problemi nell’identificare i corpi dei palestinesi riconsegnati da Israele

Finora sono stati quasi 200, ma nella Striscia mancano le attrezzature necessarie e alcuni sono stati sepolti in fosse comuni

I funerali di 54 palestinesi non identificati seppelliti in una fossa comune a Deir al Balah, nella Striscia di Gaza, 22 ottobre 2025 (Omar Ashtawy/APA Images via ZUMA Press Wire)
I funerali di 54 palestinesi non identificati seppelliti in una fossa comune a Deir al Balah, nella Striscia di Gaza, 22 ottobre 2025 (Omar Ashtawy/APA Images via ZUMA Press Wire)
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Gli accordi per il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza prevedono che, per ogni ostaggio israeliano morto riconsegnato da Hamas, Israele restituisca i corpi di 15 persone palestinesi. Finora le restituzioni sono andate a rilento da entrambe le parti: Hamas ha riconsegnato i corpi di 15 ostaggi su un totale di 28, mentre secondo il ministero della Salute della Striscia (controllato da Hamas) Israele ha restituito i corpi di 195 palestinesi. Di questi solo 57 sono stati identificati.

L’identificazione dei corpi dei palestinesi è un problema perché dentro la Striscia di Gaza le strutture medico-sanitarie che servirebbero non funzionano più, e manca anche la strumentazione necessaria per fare i test del DNA. In questi due anni i continui attacchi e bombardamenti israeliani hanno distrutto il 90 per cento degli edifici della Striscia, tra cui molti laboratori e ospedali, e il blocco israeliano su tutte le merci che entrano a Gaza ha reso irreperibili gli strumenti di cui avrebbero bisogno. Inoltre molti dei corpi riconsegnati sono in condizioni che li rendono difficilmente riconoscibili: per esempio il ministero della Salute ha detto che alcuni sembrano essere stati investiti da mezzi pesanti.

Israele ha consegnato i corpi dei palestinesi uccisi al Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR), la più importante associazione di protezione e assistenza per le persone in tempo di guerra. Il Comitato li ha poi portati all’ospedale Nasser di Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza.

Identificare i corpi è importante perché permette alle famiglie di conoscere la sorte dei propri cari e di organizzare un funerale privato. Per molti non è stato possibile: lo scorso mercoledì i corpi di 54 palestinesi sono stati seppelliti in una fossa comune senza sapere chi fossero. Altre salme sono rimaste all’ospedale in attesa di essere seppellite. Alcune persone presenti alla cerimonia nella fossa comune hanno detto al New York Times che dall’inizio del cessate il fuoco, il 10 ottobre, sono andate regolarmente all’ospedale Nasser nel tentativo di ottenere qualche informazione.

I funerali di 54 palestinesi non identificati seppelliti in una fossa comune a Deir al Balah, nella Striscia di Gaza, 22 ottobre 2025 (Omar Ashtawy/APA Images via ZUMA Press Wire)

Per facilitare l’identificazione delle salme il ministero della Salute di Gaza ha creato un sito web su cui sta caricando le fotografie dei corpi riconsegnati. È un metodo traumatico per amici e familiari, perché prevede di scorrere tra le foto di decine di persone uccise in circostanze violente, alcune morte anche molto tempo fa. Secondo il ministero però ha permesso a qualche famiglia di trovare i propri cari.

Un’altra cosa che non si conosce, oltre all’identità, sono le circostanze in cui queste persone sono state uccise: tra loro potrebbero esserci miliziani di Hamas, ma anche civili palestinesi uccisi in Israele, nella Striscia di Gaza durante le operazioni militari israeliane o all’interno del sistema carcerario israeliano.

Il ministero della Salute ha detto che ciascuno dei corpi era accompagnato da un documento che indicava che quella persona era passata dalla base militare di Sde Teiman, nel sud di Israele. Il documento però non specifica quando o quanto ogni persona sia stata a Sde Teiman, e quindi è un’informazione che non dà certezze sulle circostanze della morte. La base di Sde Teiman è nota per essere un luogo di abusi e torture, e durante la guerra è stata usata per detenere migliaia di persone palestinesi.

I medici dell’ospedale Nasser hanno detto ai media che molti corpi riconsegnati da Israele presentavano segni di abusi: in alcuni casi avevanoi mani e piedi legati con fascette di plastica, erano bendati e mostravano i segni di ferite da arma da fuoco. Tutti erano identificati con un numero e alcuni avevano arti o altre parti del corpo mancanti.

La questione dell’identificazione dei corpi dei palestinesi uccisi in due anni di guerra non riguarda solo i prigionieri consegnati da Israele. Il Centro palestinese per le persone disperse e scomparse forzatamente, ha stimato che tra le 8mila e le 9mila persone palestinesi sono attualmente disperse sotto le macerie causate dai bombardamenti israeliani nella Striscia.