È morto a 101 anni Tomiichi Murayama, ex primo ministro socialista del Giappone

È morto a 101 anni Tomiichi Murayama, che negli anni Novanta divenne il secondo politico socialista a diventare primo ministro in Giappone: è ricordato principalmente come il primo leader giapponese ad aver chiesto scusa per le atrocità commesse dall’esercito durante la Seconda guerra mondiale. Murayama guidò il governo dal 1994 al 1996, in coalizione con il Partito Liberal Democratico, la formazione di centrodestra che ha espresso quasi tutti i primi ministri degli ultimi settant’anni. In un anno e mezzo affrontò alcune questioni riguardanti il ruolo internazionale del Giappone rimaste in sospeso durante i precedenti 40 anni di governi liberaldemocratici.
Il suo discorso di scuse, tenuto nel 1995 in occasione del 50esimo anniversario dei bombardamenti atomici su Hiroshima e Nagasaki, è stato usato come modello anche dai governi successivi. Si occupò anche di altre questioni riguardanti la riconciliazione con i paesi che subirono periodi di occupazione giapponese all’inizio del Novecento e in generale con le persone che soffrirono per le politiche imperialiste del paese: fra le altre cose istituì due fondi di compensazione, uno per i sopravvissuti dei bombardamenti atomici e uno per le donne giapponesi e straniere che vennero reclutate con la forza o con l’inganno per servire l’esercito giapponese come prostitute durante la Seconda guerra mondiale (al tempo ne sopravvivevano un migliaio, ma non tutte decisero di accedervi).
Fu il primo leader del Partito Socialista a riconoscere la legittimità delle forze armate, della bandiera e dell’inno giapponesi, cosa che il partito si era rifiutato di fare per pacifismo, dato che erano tutti considerati simboli o eredità del passato imperialista giapponese: la decisione da un lato normalizzò i rapporti istituzionali, dall’altro innescò un declino di popolarità del partito, che sembrava così aver tradito la propria linea tradizionale.
Nel 1995 dovette gestire la risposta a un terremoto che causò oltre seimila morti e agli attacchi con il gas nervino sarin nella metropolitana di Tokyo. Predispose inoltre le prime forme di compensazione per gli avvelenamenti da mercurio causati dagli scarichi industriali nella zona di Minamata, dopo decenni di dispute fra le vittime e il governo. Murayama si ritirò dalla politica nel 2000.


