Le parole di addio di Woody Allen a Diane Keaton

«Facevo i miei film per una sola persona e mi importava solo di quello che diceva lei»

Diane Keaton e Woody Allen sul set di Amore e guerra (Ernst Haas/Hulton Archive/Getty Images)
Diane Keaton e Woody Allen sul set di Amore e guerra (Ernst Haas/Hulton Archive/Getty Images)
Caricamento player

La testata online The Free Press ha pubblicato un testo scritto dal regista statunitense Woody Allen in onore dell’attrice Diane Keaton, morta l’11 ottobre a 79 anni. Allen e Keaton, come ricorda lui stesso all’inizio della lettera, si conoscevano da molti anni: erano stati insieme, avevano lavorato insieme ed erano buoni amici.

Il pezzo è molto toccante perché, oltre a ripercorrere alcuni momenti passati insieme, Allen riserva a Keaton parole di enorme affetto e stima. Del periodo in cui stavano insieme scrive che faceva i suoi «film per una sola persona: Diane Keaton. Non ho mai letto una singola recensione del mio lavoro e mi importava solo di quello che Keaton aveva da dire».

Allen racconta quando si conobbero, nel 1969, durante i provini dell’opera teatrale Provaci ancora, Sam (che sarebbe poi diventato un film), in cui lei ottenne il ruolo da protagonista. Il provino glielo fece insieme a David Merrick: «lei entrò, fece la sua lettura per noi e fece perdere a entrambi la testa», scrive Allen. Aggiunge che sia lui che Keaton erano molto timidi e durante le prime settimane di prove non si scambiarono una parola, ma un giorno si trovarono a fare una pausa nello stesso momento e uscirono a mangiare qualcosa. Dopo quel momento Allen scrive di aver messo in discussione la propria salute mentale: «ci si può innamorare così rapidamente?».

Woody Allen e Diane Keaton sul set di Il dormiglione (Silver Screen Collection/Getty Images)

Keaton divenne un punto di riferimento anche creativo per Allen: «se le piaceva, consideravo il film un successo artistico. Se era meno entusiasta, cercavo di utilizzare le sue critiche per rimontarlo e ottenere qualcosa che le piacesse di più. A quel punto vivevamo insieme e vedevo il mondo attraverso i suoi occhi» scrive. Nonostante fosse molto timida, scrive, non lo era quando si trattava di esprimere un giudizio su un’opera culturale, che fosse l’ultimo film di Allen o una commedia di Shakespeare. Del suo stile scrive che «metteva insieme vestiti in un modo che sfidava la logica ma che funzionava sempre».

Io e Annie, il film per cui Keaton vinse l’Oscar nel 1978, è forse quello che meglio inscena il rapporto creativo e personale tra i due: la protagonista, Annie Hall, fu scritta da Allen apposta per Keaton e ha infatti il suo stesso cognome (Keaton era il nome della madre).

Keaton parlò sempre di Allen come di un amico e lo sostenne dopo le accuse di abusi risalenti al 1992 mosse contro di lui da Dylan Farrow, sua figlia adottiva, e poi archiviate. Anche in tempi più recenti, quando ormai molti attori e attrici di Hollywood avevano dichiarato di voler smettere di lavorare con il regista, Keaton lo sostenne pubblicando tra le altre cose un tweet che diceva: «è mio amico e io gli credo».

Allen descrive gli anni passati con Keaton come meravigliosi e aggiunge che «solo Dio e Freud possono conoscere il motivo per cui ci siamo separati». Il regista ha scritto di aver scherzato con Keaton sul fatto che sarebbero finiti come Norma Desmond ed Erich von Stroheim nel film Viale del tramonto. Lui sarebbe diventato il suo maggiordomo, come accade al personaggio interpretato da von Stroheim.

Il pezzo finisce così: «qualche giorno fa il mondo era un posto che includeva Diane Keaton. Ora è un mondo che non la include più. Di conseguenza, è un mondo più triste. Tuttavia, ci sono ancora i suoi film. E la sua risata fragorosa risuona ancora nella mia testa». La lettera si può leggere online registrandosi gratuitamente.