La nuova perizia sui reperti degli attentati dell’Unabomber italiano non ha rilevato corrispondenze con il DNA degli indagati

La perizia che nel 2024 la procura di Trieste aveva commissionato su alcuni reperti degli attentati attribuiti al cosiddetto “Unabomber italiano”, cioè l’attentatore che tra il 1994 e il 2006 posizionò oltre 30 ordigni esplosivi in Veneto e Friuli Venezia Giulia, non ha rilevato nessuna corrispondenza con il DNA delle undici persone indagate finora. I risultati sono stati comunicati in una videoconferenza a cui hanno partecipato i consulenti tecnici di accusa e difesa.
Le indagini erano state riaperte nel gennaio del 2023 dopo che nel novembre del 2022 era stato presentato un esposto da parte del giornalista Marco Maisano, autore del podcast Fantasma – Il caso Unabomber, e da due delle vittime delle bombe, Francesca Girardi e Greta Momesso. Maisano aveva spiegato che nella realizzazione del podcast era riuscito a entrare nel luogo dove sono conservati i reperti delle indagini a Trieste e di aver trovato vari elementi, tra cui capelli e peli, che all’epoca non erano stati sottoposti a esami genetici. Tra le undici persone indagate nell’inchiesta ce ne sono 10 che erano già state indagate negli anni scorsi e le cui posizioni erano poi state archiviate, e una che invece finora non era mai stata indagata e che si sarebbe trovata sul luogo di uno degli attentati.
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