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  • Venerdì 26 settembre 2025

Mattarella ha chiesto alla Flotilla di fermarsi

E consegnare gli aiuti alla Chiesa, che si è impegnata a farli arrivare nella Striscia di Gaza; la richiesta è stata rifiutata

La barche della flotta italiana della Global Sumud Flotilla nel porto di Ortigia, in Sicilia, 11 settembre 2025 (Federico Guida/contrasto)
La barche della flotta italiana della Global Sumud Flotilla nel porto di Ortigia, in Sicilia, 11 settembre 2025 (Federico Guida/contrasto)
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Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha rivolto un appello alle persone a bordo delle barche della Global Sumud Flotilla, la grande iniziativa civile per portare cibo e altri beni essenziali nella Striscia di Gaza. Chiede di «evitare di porre a rischio l’incolumità di ogni persona» e di accettare la proposta fatta dal governo italiano, ieri rifiutata, di consegnare il cibo e i beni essenziali per Gaza al patriarcato di Gerusalemme.

Mattarella non lo dice esplicitamente ma di fatto sta chiedendo alle persone a bordo delle barche di non proseguire verso Gaza, e le invita ad accettare la mediazione della Chiesa cattolica, che appunto si è detta disponibile a fare arrivare il carico della Flotilla a Gaza passando per Cipro, dove c’è una sede (tecnicamente chiamata “vicariato”) del patriarcato di Gerusalemme. La Flotilla ha già risposto che rifiuta la richiesta.

Ieri il ministro della Difesa Guido Crosetto aveva detto che il governo italiano non avrebbe potuto garantire la loro sicurezza una volta entrati nelle acque controllate da Israele con il blocco navale. La Flotilla però aveva rifiutato la proposta di mediazione, ribadendo che il suo obiettivo è rompere l’assedio imposto da Israele e portare cibo e beni essenziali alla popolazione della Striscia.

Nel suo appello Mattarella scrive:

«Mi permetto di rivolgere con particolare intensità un appello alle donne e agli uomini della Flotilla perché raccolgano la disponibilità offerta dal Patriarcato Latino di Gerusalemme – anch’esso impegnato con fermezza e coraggio nella vicinanza alla popolazione di Gaza – di svolgere il compito di consegnare in sicurezza quel che la solidarietà ha destinato a bambini, donne, uomini di Gaza».

La portavoce italiana dell’organizzazione, Maria Elena Delia, ha risposto all’appello dicendo però di non poter accettare la proposta. «Questa proposta arriva per evitare che le nostre barche navighino in acque internazionali con il rischio di essere attaccate», ha detto Delia. Poi ha aggiunto che la questione degli aiuti è importante e che la Flotilla è pronta a valutare delle mediazioni «ma non cambiando rotta, perché cambiare rotta significa ammettere che si lascia operare un governo in modo illegale senza poter fare nulla».

La delegazione italiana del Global Movement to Gaza ha poi richiamato Delia in Italia, per farla parlare con le istituzioni «per garantire l’incolumità dei membri italiani dell’equipaggio» e il raggiungimento degli obiettivi della missione. Diversi politici italiani hanno detto di condividere l’appello di Mattarella, fra cui la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il ministro degli Esteri Antonio Tajani. Anche il Partito Democratico, che ha spesso sostenuto l’iniziativa, ha invitato la Flotilla ad ascoltare l’invito di Mattarella.

Al momento le barche della Flotilla si trovano ancora a sud dell’isola di Creta, in Grecia, dove sono ferme da alcuni giorni dopo avere subito attacchi nella notte tra il 23 e il 24 settembre. La scorsa notte una delle principali barche della flotta, la Family Boat, ha avuto un guasto meccanico e chi era a bordo si è spostato su altre barche. L’intenzione tuttavia è proseguire per Gaza appena possibile.