L’Antitrust ha multato per 937 milioni Eni, Esso, Ip, Q8, Saras e Tamoil, per essersi accordate sul prezzo del carburante

Una persona fa rifornimento, Roma, 18 agosto 2023 (LaPresse/Cecilia Fabiano)
Una persona fa rifornimento, Roma, 18 agosto 2023 (LaPresse/Cecilia Fabiano)

L’Autorità garante della concorrenza e del mercato (AGCM, meglio nota come Antitrust) ha multato per 937 milioni di euro sei società petrolifere per essersi accordate sul prezzo di vendita di un componente del carburante, limitando quindi la concorrenza e danneggiando i consumatori finali. Le sei società multate sono Eni (che ha ricevuto una multa di 336 milioni di euro), Esso (129 milioni), Ip (164 milioni), Q8 (173 milioni), Saras (44 milioni) e Tamoil (91 milioni). Quest’ultima è stata multata anche per il comportamento della divisione italiana di Repsol, che ha acquisito nel 2021.

Nello specifico l’Antitrust ha stabilito che le sei compagnie hanno creato un cartello (come si chiama in gergo un accordo del genere) per stabilire il costo da assegnare alla parte bio, una delle varie voci che compongono il prezzo finale del carburante, oltre che l’importo dei successivi aumenti. Per legge chi vende benzina e gasolio deve vendere anche una quota minima di biocarburanti, che possono essere miscelati nella benzina e nel gasolio: la presenza di biocarburanti è una voce di costo che forma il prezzo finale della benzina e del gasolio.

L’Antitrust ha rilevato che il cartello è iniziato il primo gennaio 2020 e finito il 30 giugno 2023: il valore della componente bio è passato da circa 20 euro al metro cubo nel 2019 ai 60 euro al metro cubo del 2023. Secondo l’Antitrust il cartello è stato facilitato dalla pubblicazione del valore della componente bio in vari articoli di Staffetta Quotidiana, un quotidiano di settore specializzato su temi energetici, grazie anche alle informazioni inviate direttamente da Eni al giornale.