La legge per legalizzare migliaia di tatuatori in Corea del Sud
Oggi soltanto i medici sono autorizzati a fare tatuaggi, tutti gli altri rischiano multe e problemi

In Corea del Sud è in discussione una legge che permetterà a migliaia di tatuatori di esercitare legalmente la loro professione. Nel paese le regole per poter lavorare come tatuatore sono molto severe: fare un tatuaggio è considerato una procedura medica, e per poterlo fare è necessario essere un medico. Chi non rispetta le regole rischia pene piuttosto severe: fino a cinque anni di carcere e quasi 36mila dollari di multa.
La Corea del Sud è uno dei pochissimi paesi al mondo con restrizioni così severe sui tatuaggi. La ragione è una sentenza della Corte Suprema, che nel 1992 stabilì che i tatuaggi rappresentano un trattamento medico, a causa dei potenziali rischi connessi all’uso degli inchiostri e degli aghi. Questo si accompagna al fatto che nel paese c’è un radicato stigma culturale e sociale nei confronti dei tatuaggi, e capita ancora che le persone tatuate non siano ammesse in negozi e luoghi come palestre o piscine.
La nuova legge permetterà ai tatuatori di lavorare senza avere una licenza come medici, ma prevede comunque l’obbligo di ottenere una licenza dopo aver superato dei corsi sull’igiene annuali organizzati dal governo. La legge è stata sostenuta dal ministero della Salute e da un ampio numero di parlamentari, ed è molto probabile che sarà approvata nei prossimi giorni.

Un visitatore alla Seoul Fashion Week, in Corea del Sud, nella primavera del 2023 (Getty/Jean Chung)
Alcuni politici coreani hanno motivato la legge dicendo che serve per regolamentare il settore, che nonostante le restrizioni è cresciuto comunque molto negli ultimi decenni. Milioni di sudcoreani oggi hanno un tatuaggio: secondo le stime del governo tra le 20mila e le 200mila persone lavorano come tatuatori, molte delle quali senza nessuna qualificazione come medico.
Questo è stato possibile perché, nonostante le regole molto severe, le autorità hanno un atteggiamento piuttosto tollerante nei confronti dei tatuatori che non sono medici. Molti di loro sono anche diventati famosi.
Il fatto che però tecnicamente lavorino in modo illegale crea comunque diversi problemi: per esempio alcuni artisti, temendo di essere denunciati, devono sopportare clienti che si comportano male, gestire studi anonimi e senza insegne, e in diversi casi trasferirsi all’estero. Lim Bo-ran, la presidente della Federazione dei tatuatori della Corea del Sud (che rappresenta migliaia di tatuatori), ha raccontato all’agenzia AP che alcune tatuatrici hanno subìto aggressioni sessuali da parte dei clienti, ma non li hanno denunciati, per paura di essere a loro volta punite.
Capita che alcuni artisti vengano multati, ma tante di queste multe in seguito vengono comunque annullate dai tribunali, una volta che gli artisti fanno ricorso. I tatuatori hanno spesso anche organizzato proteste per chiedere che la loro professione venga regolamentata, e fatto ricorso diverse volte alla Corte costituzionale sostenendo che le restrizioni siano incompatibili con la Costituzione coreana, che prevede la libertà per i cittadini di scegliere la propria professione. In diverse occasioni, però, la Corte aveva difeso le restrizioni.
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