In Cisgiordania è stato arrestato un uomo considerato tra gli ideatori dell’attentato alla sinagoga di Roma del 1982

Una manifestazione di protesta fuori dalla sinagoga di Roma dopo l'attentato (ANSA/CAPODANNO)
Una manifestazione di protesta fuori dalla sinagoga di Roma dopo l'attentato (ANSA/CAPODANNO)

È stato arrestato in Cisgiordania Hicham Harb, considerato tra gli ideatori dell’attentato del 9 ottobre del 1982 alla sinagoga di Roma, in cui fu ucciso un bambino di 2 anni.

Harb ha 70 anni ed è noto anche come Mahmoud Khader Abed Adra: è stato arrestato sulla base di un mandato d’arresto internazionale chiesto dalla polizia dell’Autorità Nazionale Palestinese, l’entità che governa la Cisgiordania. Oltre che dell’attentato alla sinagoga di Roma, è ritenuto l’ideatore di quello a un ristorante ebraico di Parigi del 9 agosto 1982, in cui furono uccise 6 persone.

L’attentato alla sinagoga di Roma fu compiuto da cinque terroristi, che si ritiene appartenessero all’organizzazione palestinese del Consiglio rivoluzionario di Al Fatah (FMT), e attaccarono con bombe a mano e colpi di mitra le persone presenti nell’edificio. Quel giorno veniva celebrato lo Shabbat, cioè la festa del riposo osservata ogni sabato, ma anche un’altra festività ebraica nota come Sheminì Atzeret. Inoltre quella mattina era in programma il bar mitzvah – cioè la celebrazione del raggiungimento dell’età adulta – di decine di adolescenti. Dentro e fuori dalla sinagoga c’era molta gente. Stefano Gaj Tachè morì a due anni colpito dalla scheggia di una bomba a mano, e 37 persone rimasero ferite.

Il gruppo FMT era guidato da Abu Nidal, poi processato e condannato a morte in contumacia da un tribunale palestinese: tra le altre cose il 27 dicembre del 1985 il gruppo compì l’attacco all’aeroporto di Fiumicino, in cui uccise 13 persone. Le indagini successive all’attentato alla sinagoga riuscirono a individuare il nome di un solo attentatore: Osama Abdel al Zomar. Venne arrestato nel novembre del 1982 mentre stava trasportando un carico di esplosivo dalla Turchia alla Grecia, e fu condannato in Grecia per traffico di armi: l’Italia chiese la sua estradizione ma non venne mai concessa, e dopo la liberazione andò a vivere in Libia. Un tribunale italiano lo ha condannato in contumacia all’ergastolo nel 1991 per l’attentato alla sinagoga di Roma. Non si sa se al Zomar sia ancora vivo.