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  • Venerdì 29 agosto 2025

Lo stadio di New Orleans durante l’uragano Katrina

Fu usato come rifugio da decine di migliaia di persone, per più tempo del previsto e in una situazione di panico, e subì grossi danni

Lo stadio Caesars Superdome, a New Orleans, Louisiana (Aaron M. Sprecher/Getty Images)
Lo stadio Caesars Superdome, a New Orleans, Louisiana (Aaron M. Sprecher/Getty Images)
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Uno dei luoghi più simbolici della catastrofe causata a New Orleans dall’uragano Katrina, che negli ultimi giorni di agosto di vent’anni fa devastò la città, è il Caesars Superdome. È lo stadio coperto con una capienza di più di 75 mila posti in cui abitualmente giocava, e gioca oggi, la squadra di football dei New Orleans Saints: in quei giorni servì come riparo a decine di migliaia di persone in pericolo o evacuate dalle proprie case sommerse, e che non avevano potuto lasciare la città.

L’allestimento improvvisato dello stadio come campo per gli sfollati era stato autorizzato dall’allora sindaco di New Orleans Ray Nagin, e previsto per al massimo un paio di giorni, considerata la durata dei precedenti uragani – George e Ivan – per i quali era già stato utilizzato come rifugio. Invece i cittadini di New Orleans sfollati ci dovettero restare per quasi una settimana in attesa di tardivi soccorsi, e la gestione fu caotica e disorganizzata, così come il resto della preparazione e degli interventi successivi da parte dello stato della Louisiana e del governo federale del presidente George W. Bush, severamente criticati negli anni seguenti.

Lo stadio era stato attrezzato nei primi giorni dello stato di emergenza grazie a camion di bottiglie d’acqua e pasti pronti, sufficienti per circa 15mila persone per tre giorni, ma si stima che dalla mattina del 28 agosto, il giorno in cui l’uragano raggiunse la scala di potenza 5, la più alta della scala Saffir–Simpson, nell’arena si siano rifugiate in totale tra le 25 e le 30mila persone.

La luce che filtra dal soffitto divelto del Superdome di New Orleans, in Louisiana, illumina una folla di persone che si sono riparate nello stadio durante l’uragano Katrina, 29 agosto 2005. (Michael Appleton/NY Daily News Archive via Getty Images)

La luce che filtra dal soffitto divelto del Superdome di New Orleans, in Louisiana, illumina una folla di persone che si sono riparate nello stadio durante l’uragano Katrina, 29 agosto 2005. (Michael Appleton/NY Daily News Archive via Getty Images)

Quando l’uragano arrivò infine su New Orleans, domenica 29 agosto, una parte del tetto dello stadio venne divelta dalla pioggia e dalle raffiche di vento, facendo entrare l’acqua dentro la struttura. Anche gli allagamenti dall’esterno dello stadio furono un problema e vennero arginati grazie a un’ enorme quantità di sacchi di sabbia posizionati contro le porte esterne. La situazione all’interno peggiorò velocemente: la temperatura e l’umidità all’interno del Superdome si alzarono, ma l’aria condizionata non funzionava, così come i frigoriferi e i freezer. Di conseguenza le scorte di cibo cominciarono ad andare a male, e la puzza si sparse per tutto l’edificio. In più lo scarico dei bagni e l’acqua corrente smisero di funzionare.

La situazione di caos e panico aggravò la disperazione delle persone quando i beni di prima necessità cominciarono ad essere razionati, e si formarono piccoli gruppi e bande che iniziarono a rubare viveri, aggredendo chi provava a opporsi. Per la Guardia Nazionale, la forza militare statale che viene impiegata nei casi di disastri, fu difficile gestire i disordini, e anche se la situazione non degenerò del tutto, nei giorni trascorsi all’interno dello stadio morirono sei persone: quattro per cause naturali aggravate dalla condizione di sofferenza, una per suicidio e una per overdose. Per giorni, dopo, circolarono voci di stupri e violenze maggiori, ma furono tutte smentite.

Il 31 agosto iniziò l’evacuazione del Superdome, che terminò solo il 5 settembre.

I camion della Guardia Nazionale trasportano i residenti attraverso le acque alluvionali fino al Superdome dopo l’uragano Katrina che ha colpito New Orleans, il 30 agosto 2005. (AP Photo/Eric Gay, File)

Dopo l’uragano la struttura – che per un periodo si pensava fosse stata troppo danneggiata e che dovesse essere demolita – rimase chiusa per completarne le riparazioni fino a settembre del 2006, meno dei due anni inizialmente previsti. Costò 185 milioni di dollari e si stima che siano stati rimossi 14 milioni di litri d’acqua e 3.500 tonnellate di detriti e rifiuti.

Combinazione di foto aeree scattate il 30 agosto 2005 e il 29 luglio 2015 mostra il centro di New Orleans e il Superdome allagati dall’uragano Katrina e la stessa zona dieci anni dopo. (David J. Phillip, Gerald Herbert/ AP)

La squadra di football dei New Orleans Saints nel frattempo fu trasferita temporaneamente a San Antonio, in Texas, e quando tornò a giocare la sua prima partita casalinga nel Superdome, il 25 settembre 2006, iniziò quello che viene ricordato come il periodo di “Rebirth”, cioè “la rinascita”. Oggi fuori dallo stadio c’è una statua con l’incisione di questa parola, anche in riferimento a un’azione straordinaria che il giocatore dei Saints Steve Gleason eseguì durante quella prima partita in casa dopo l’uragano.

I Saints vinsero 10 partite quell’anno (il miglior risultato dal 2000) e per la prima volta nella loro storia vendettero tutti gli abbonamenti della stagione. Arrivarono vicini alla finale, il Super Bowl, vincendo fino all’ultimo turno dei playoff.
Anche le stagioni successive furono ottime, e in quella del 2009/2010, anche grazie all’allenatore Sean Payton e a un quarterback molto forte, Drew Brees, si qualificarono al primo Super Bowl della storia della squadra e lo vinsero, battendo gli Indianapolis Colts 31–17.

Dopo i sostanziali lavori di riparazione del 2005 ci sono stati negli anni altri ammodernamenti: nel 2008, furono installate nuove finestre e fu sostituito il rivestimento esterno della struttura, che tornò bianco. Nel 2011 ci furono i lavori per aumentare la capienza dell’anello inferiore dello stadio, che nello stesso anno prese effettivamente il nome di Caesars Superdome: prima era chiamato Mercedes-Benz Superdome. Nel 2013 lo stadio ha ospitato il 47esimo Super Bowl, e quest’anno ha ospitato di nuovo quello tra i Kansas City Chiefs e i Philadelphia Eagles.