Secondo la Corte Suprema sudcoreana, la nota canzone per bambini “Baby Shark” non è stata copiata a un compositore statunitense

Un personaggio di Baby Shark durante un evento a Londra, Regno Unito, 18 novembre 2021 (John Keeble/Getty Images)
Un personaggio di Baby Shark durante un evento a Londra, Regno Unito, 18 novembre 2021 (John Keeble/Getty Images)

La Corte Suprema sudcoreana ha respinto la richiesta di risarcimento danni intentata dal compositore statunitense Jonathan Wright, che accusava l’azienda sudcoreana Pinkfong di aver copiato una sua versione della canzone per bambini “Baby Shark”. Pinkfong produce contenuti educativi e giocosi per bambini in lingua inglese.

La canzone si basa su un motivetto popolare che esiste da tempo ed è di dominio pubblico. Nel 2011 Wright ne produsse una sua versione, e nel 2016 Pinkfong ne fece un’altra ancora diversa ma sempre ispirata alla canzoncina originale. L’azienda la diffuse con un video su YouTube, che divenne presto famosissimo: oggi ha più di 16 miliardi di visualizzazioni. Wright ha accusato l’azienda di aver copiato la sua versione e ha chiesto un risarcimento pari a circa 18mila euro. 

La Corte Suprema ha però ha stabilito che la versione di Wright non si differenzia sufficientemente dalla canzoncina originale per essere definita come un lavoro a sé stante, e che quindi non le si applicano le norme sul diritto d’autore. La sentenza conferma le decisioni prese nei due precedenti gradi di giudizio, emesse nel 2021 e nel 2023.