Sono state imposte limitazioni sulla donazione di sangue per chi è stato in 31 province a rischio di diffusione della febbre West Nile

(Zbigniew Bzdak/Chicago Tribune/ANSA)
(Zbigniew Bzdak/Chicago Tribune/ANSA)

Il Centro nazionale sangue (CNS), l’organo che in Italia si occupa delle trasfusioni di sangue, ha diffuso alcune indicazioni sulla possibilità di donare il sangue per chi abbia trascorso, tra l’estate e l’autunno del 2025, almeno una notte in 31 province italiane (qui l’elenco) considerate a rischio di maggior diffusione della febbre West Nile. Chi ha trascorso almeno una notte in una o più di queste province sarà sottoposto a un test (WNV NAT) per verificare se sia o meno infetto: in caso di esito negativo può donare. Senza fare il test, invece, la persona non può donare per 28 giorni.

L’eventuale pernottamento in una delle province interessate dalle limitazioni deve essere comunicato nel questionario che chiunque doni deve compilare. I divieti temporanei sono stati emessi nell’arco dell’ultimo mese: l’ultimo è di oggi, 29 luglio, e riguarda la provincia di Frosinone.

La febbre West Nile è una malattia infettiva di origine tropicale che viene trasmessa dalle zanzare attraverso le punture. È stata individuata per la prima volta in Italia nel 1998 ed è in aumento da qualche anno a causa della crescente diffusione delle zanzare invasive. Provoca quasi sempre sintomi minimi o lievi ma può essere rischiosa per le persone fragili. Nel 2025, in Italia, sono morte sette persone: l’ultima oggi.

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