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  • Lunedì 28 luglio 2025

La prima volta che un aereo si schiantò contro un grattacielo di New York

80 anni fa, in un giorno di nebbia, un bombardiere finì contro l'Empire State Building: morirono 14 persone

L'incendio causato dallo schianto di un aereo sull'Empire State Building di New York, il 28 luglio 1945
L'incendio causato dallo schianto di un aereo sull'Empire State Building di New York, il 28 luglio 1945 (Bettmann/Getty)
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La prima volta che un aereo si schiantò contro un grattacielo di New York non fu nel 2001, ma 56 anni prima, poco più di un mese prima della fine della Seconda guerra mondiale. Il 28 luglio 1945 era un giorno di nebbia e un bombardiere con tre persone a bordo finì contro il 78esimo e il 79esimo piano dell’Empire State Building, che all’epoca era l’edificio più alto del mondo. Morirono il pilota e gli altri militari sull’aereo, oltre a 11 persone che si trovavano negli uffici del grattacielo. Un anno dopo, proprio per questo incidente, il Congresso approvò una legge per permettere ai cittadini di fare causa al governo.

L’aereo che si schiantò era un bombardiere B-25 Mitchell, un bimotore lungo 16 metri. Era pilotato dal capitano William Franklin Smith, che aveva ricevuto molte medaglie per aver partecipato alle battaglie aeree in Europa. Quel giorno tuttavia il capitano Smith non era impegnato in azioni di guerra, doveva solo portare altri due militari dalla base di Hanscom, in Massachusetts, all’aeroporto municipale di New York, che poi sarebbe stato intitolato a Fiorello LaGuardia. A Manhattan però c’era una nebbia tale che dalla strada sotto l’Empire non si vedevano i piani più alti del grattacielo (che ne ha 102) e viceversa. Gli addetti della torre di controllo dell’aeroporto avvisarono Smith della limitatissima visibilità che c’era su New York e gli sconsigliarono di atterrare al LaGuardia, ma il pilota non fu dissuaso.

Lo scontro avvenne sul lato nord dell’edificio, sopra la 34esima strada. Le ali dell’aereo vennero tranciate dall’impatto, mentre la fusoliera creò un grosso buco sulla parete esterna del grattacielo. I serbatoi esplosero causando un incendio. Più di venti persone furono ferite.

Dato che gli Stati Uniti erano ancora in guerra col Giappone, molti a New York pensarono che l’incidente fosse stato causato da un attacco giapponese. Le conseguenze sul palazzo e sulla città furono comunque piuttosto limitate, tutto sommato: la struttura dell’Empire State Building limitò la diffusione dell’incendio, che fu spento dopo circa un’ora, e nonostante lo squarcio di sei metri le normali attività lavorative ripresero già il lunedì successivo. Dopo tre mesi il danno fu completamente riparato con un costo di circa 1 milione di dollari dell’epoca (circa 15 milioni di euro di oggi).

L'incendio sull'Empire State Building

L’incendio sull’Empire State Building, il 28 luglio 1945 (AP Photo)

Di recente sui social è circolata un’immagine falsa dell’incidente, in cui si vede un aereo molto più grande di un bombardiere B-25 Mitchell, addossato contro l’Empire State Building: alcuni account l’hanno usata per riproporre alcune delle teorie complottiste più diffuse riguardo all’11 settembre 2001 e alla causa del crollo delle Torri Gemelle. Delle conseguenze dell’incidente del 28 luglio 1945 comunque esistono molte fotografie.

Meno di un anno dopo, il 20 maggio 1946, era di nuovo un giorno di nebbia a New York e un altro aereo militare si schiantò contro un grattacielo di Manhattan. L’aereo era un Beechcraft C-45F Expeditor, un bimotore lungo 10 metri e mezzo, e il palazzo era quello al numero 40 di Wall Street, ovvero quello che dal 1995 a oggi è noto come Trump Building: è un palazzo di uffici che appartiene alla Trump Organization di Donald Trump, ma non va confuso con la Trump Tower, sede principale della società. Fu colpito il 58esimo piano. In quel caso morirono 5 persone, quattro uomini e una donna che si trovavano a bordo dell’aereo.

Dopo i due incidenti l’esercito vietò gli atterraggi a New York ai propri aerei in caso di nebbia.