A Napoli si indaga sulla morte dei tre operai caduti dal montacarichi
La procura ha indagato quattro persone e vuole capire se fossero impiegati correttamente tutti i dispositivi di sicurezza

La procura di Napoli ha avviato le indagini sull’incidente sul lavoro in cui venerdì 25 luglio sono morti tre operai, caduti dal montacarichi su cui stavano lavorando che ha ceduto a circa 20 metri di altezza. Stando alle informazioni raccolte dai giornali locali, due dei tre operai non erano in regola e non è chiaro se avessero tutti i dispositivi di protezione individuale per ridurre i rischi legati all’attività nel cantiere. La procura ha ipotizzato l’omicidio colposo plurimo e ha avviato la raccolta della documentazione sui lavori. Per ora le persone indagate sono quattro: il titolare dell’impresa edile, l’amministratore del condominio, il responsabile della sicurezza del cantiere e il titolare della società di noleggio del montacarichi.
L’incidente è avvenuto intorno alle 9:30 di venerdì all’ultimo piano di un palazzo in via Domenico Fontana, nel quartiere dell’Arenella. Gli operai erano al lavoro sul lastrico solare, cioè sulla copertura dell’edificio, che doveva essere impermeabilizzata con una nuova guaina. Il montacarichi serviva sia per trasportare gli operai in cima all’edificio sia per il trasporto del materiale di lavoro.
Dalle prime ricostruzioni, la struttura tubolare lungo cui correva il montacarichi ha ceduto nella parte più alta, piegandosi di circa 90 gradi e facendo in questo modo ribaltare il cestello. I tre operai sono precipitati al suolo dopo una caduta di oltre 20 metri. Diversi testimoni hanno raccontato di avere sentito un boato e di avere pensato alla caduta di qualche oggetto dal cantiere, prima di accorgersi dei corpi dei tre operai a terra.
Repubblica ha segnalato che i tre operai: «Non indossavano né le cinture di sicurezza, che forse avrebbero potuto salvare loro la vita, né caschi». Le indagini dovranno verificare questa circostanza, anche perché non tutti i montacarichi richiedono di indossare un’imbragatura che viene poi assicurata con una cinghia e un moschettone alla sua struttura. L’uso dei caschi in cantiere è generalmente obbligatorio, ma per altri motivi legati alla sicurezza e non per proteggere da cadute da simili altezze.
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Il procuratore Antonio Ricci e l’aggiunta Stella Castaldo hanno fatto un sopralluogo venerdì e hanno disposto verifiche sia all’Ispettorato del lavoro sia all’Inail, l’ente che si occupa dell’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro. Un perito si dovrà invece occupare di verificare le condizioni del montacarichi e quelle in generale della sicurezza sul cantiere. Nella gestione del montacarichi era coinvolta un’azienda terza e saranno quindi necessari altri approfondimenti.
In Campania secondo la CGIL da inizio anno sono morte 25 persone sul lavoro, quasi tutte nel settore dell’edilizia e per cadute da ponteggi, scale e altre impalcature utilizzate per i lavori sugli edifici. Da tempo viene segnalata la necessità di maggiori controlli e di una migliore divulgazione dei rischi, come del resto richiesto dalle leggi per la sicurezza sul lavoro.



