Un ex poliziotto statunitense è stato condannato a tre anni di prigione nel processo per l’omicidio di Breonna Taylor nel 2020

Un ritratto di Breonna Taylor
Un ritratto di Breonna Taylor usato dai manifestanti del movimento Black Lives Matter, nel 2020 (Getty Images/Ira L. Black)

Lunedì un tribunale federale del Kentucky ha condannato un ex poliziotto statunitense, Brett Hankison, a trentatré mesi di prigione (poco meno di tre anni) per l’omicidio di Breonna Taylor nel 2020. Taylor era una donna afroamericana che venne uccisa dalla polizia durante una perquisizione del suo appartamento a Louisville, in Kentucky. A novembre Hankison era stato giudicato colpevole di avere violato i diritti civili di Taylor attraverso un uso eccessivo della forza: durante la perquisizione aveva sparato dieci colpi nell’appartamento, dopo che il compagno di Taylor aveva sparato un colpo per primo, senza sapere chi si fosse introdotto in casa. Hankison è l’unico poliziotto che è stato incriminato e processato per il suo omicidio.

L’omicidio di Taylor fu uno dei casi di abusi nei confronti di persone afroamericane che contribuirono alle grosse proteste del movimento Black Lives Matter nel 2020, contro il razzismo e gli abusi della polizia negli Stati Uniti. Hankison rischiava l’ergastolo: la scorsa settimana però la procuratrice Harmeet K. Dhillon aveva chiesto che venisse condannato a un solo giorno di prigione e a tre anni di libertà vigilata. Dhillon, secondo una ricostruzione del New York Times, è una procuratrice molto vicina al partito Repubblicano del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. Lunedì diverse persone avevano protestato davanti al tribunale contro la richiesta della procura, giudicata troppo blanda.