Com’era Gardaland cinquant’anni fa
Delle attrazioni con cui fu inaugurato il parco divertimenti sul lago di Garda, il 19 luglio del 1975, ne è rimasta solo una

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Prima di diventare direttore del parco dei divertimenti più grande e famoso d’Italia, Giorgio Tauber lavorava in un campeggio in provincia di Verona. A coinvolgerlo nella creazione di Gardaland fu Livio Furini, imprenditore che aveva conosciuto Tauber proprio mentre lavorava in campeggio, e che in poco più di tre anni, dal 1972 al 1975, trasformò un terreno incolto a Castelnuovo del Garda in un parco a tema. Né Furini né Tauber avevano alcuna esperienza in questo campo ma Furini era da poco rientrato da un viaggio in California dove aveva visto Disneyland, e aveva deciso di creare qualcosa di simile sul lago di Garda.
Quando Gardaland fu inaugurato, il 19 luglio del 1975, era qualcosa di mai visto prima in Italia ma era comunque molto diverso da quello che è oggi. L’unica attrazione che c’era alla sua inaugurazione e che è rimasta ancora oggi è il TransGardaland Express, ovvero un trenino che percorreva tutto il perimetro di Gardaland, e che traccia i confini del parco originario. Attraversava una serie di ambientazioni, molto cambiate negli anni: è passato da quella western (con degli attori vestiti da cowboy che saltavano fuori per assaltarlo), a scenari da fiaba e allestimenti floreali.

Il TransGardaland Express fotografato nel 1976 (foto Gardaland)
All’inaugurazione nel parco divertimenti di Gardaland c’erano solo dieci attrazioni, oltre ad aree giochi più piccole: un quarto rispetto a quelle che si possono trovare oggi, e chiaramente molto più semplici e molto meno avanzate tecnologicamente. C’erano alcuni elementi ricorrenti, come la presenza di cavalli veri o di giostre con cavalli (finti) e il tema western, che era molto apprezzato all’epoca. All’ingresso, dove venne fatto il taglio del nastro inaugurale, c’era un castello che ricordava un po’ quello delle fiabe, e l’Orologio floreale, ovvero un’aiuola con i fiori e un orologio al centro che divenne uno dei simboli del parco.
Tra le prime attrazioni c’era il Villaggio dei fumetti, ovvero un villaggio con dei personaggi delle fiabe che si visitava con un trenino in cui i vagoni erano a forma di auto d’epoca. Poi c’erano alcune classiche giostre con i cavallini, tra cui una molto antica, che era stata prestata al parco da una famiglia che la possedeva da generazioni; e il “minitreno west” e un altro trenino per bambini, sempre a tema western.

(Foto Gardaland)
L’Escursione ai canyon, una delle prime attrazioni e tra le più apprezzate, rimase in funzione fino all’inizio degli anni 2000: nei primi anni l’escursione – ovvero un percorso lungo un tragitto che simulava un canyon – si faceva sui cavalli veri, ma successivamente furono sostituiti con dei carrellini da miniera. Sempre con i cavalli veri c’era poi il Rodeo, che era semplicemente un percorso circolare che si poteva fare su un cavallo.
Cinquant’anni fa il parco divertimenti copriva una superficie di 90mila metri quadrati, ma negli anni si è espanso sempre di più arrivando oggi a occuparne 445mila. Anche i prezzi sono molto cambiati: inizialmente l’ingresso costava 1.750 lire, il corrispettivo attuale di 11 euro circa; adesso un biglietto giornaliero costa 51 euro. Da parco divertimenti da visitare in giornata, sempre seguendo il modello di Disneyland, è diventato una sorta di resort turistico, con ristoranti e un hotel.

L’inaugurazione di Gardaland il 19 luglio 1975 (foto Gardaland)
Il Safari africano invece era una delle attrazioni più complesse: i visitatori erano a bordo di una canoa e navigavano su un corso d’acqua artificiale circondato dalla vegetazione. Attorno a loro c’erano una serie di animali meccanici, come in un safari vero. Molto apprezzato era anche il Labirinto giapponese, che era un normale labirinto fatto con le siepi ma che all’ingresso aveva dei “torii”, ovvero le colonne arancioni del santuario di Fushimi Inari-taisha a Kyoto.

Il Safari africano (Foto Gardaland)
In 50 anni, secondo i dati riferiti dal parco, Gardaland è stato visitato da circa cento milioni di persone e ci hanno lavorato circa 50mila persone. Ebbe subito un grande successo perché, proprio come Disneyland, non si limitava a raggruppare tra loro diverse attrazioni, giostre e chioschi, ma con dettagliate e imponenti scenografie riusciva a offrire ai suoi ospiti un’esperienza immersiva. Dal 2006 è controllato da Merlin entertainments, un’azienda britannica specializzata nella gestione di parchi divertimento.
Le attrazioni che si trovano adesso nel parco sono 40 e sono tutte organizzate in settori tematici. Tra quelle che negli ultimi anni più hanno colpito e sono piaciute ai visitatori, e per le quali in sostanza c’è sempre la fila, ci sono: il Colorado Boat, ovvero il trenino con i vagoni a forma di tronco che si muove in canali d’acqua con salite e discese ripide; e le montagne russe Blue Tornado, di cui si parlò moltissimo quando vennero inserite nel parco perché particolarmente spaventose. Il tragitto dura circa un minuto e mezzo e il trenino raggiunge gli 80 chilometri orari.

I corsari, una delle attrazioni storiche più apprezzate di Gardaland (foto Gardaland)
Tra quelle un po’ più vecchie che però sono ricordate ancora oggi perché costruite con estrema precisione e realismo ci sono I corsari, chiusa nel 2024: una “dark ride”, ovvero un percorso da fare al buio, a bordo di un trenino all’interno di un galeone pirata; o ancora Ufo, rimossa nel 1993, una specie di disco spaziale che ruotava su se stesso. Oggi sarebbe considerata molto blanda, ma allora era particolarmente temuta.

Ufo (foto Gardaland)















