Capire l’enorme successo di Ultimo
Com'è arrivato ad avere un pubblico così coinvolto e fedele e a programmare uno dei più grandi concerti a pagamento di sempre

Se tutto andrà come previsto, il concerto che farà il cantante italiano Ultimo nel luglio del 2026 a Tor Vergata, alla periferia sud-est di Roma, sarà il secondo con più spettatori paganti nella storia della musica mondiale. Martedì infatti Ultimo ha venduto in tre ore tutti i 250mila biglietti disponibili, con prezzi compresi tra i 50 e i 100 euro, superando quelli che aveva venduto nel 2017 Vasco Rossi per il suo concerto al parco Enzo Ferrari di Modena.
Per quasi dieci anni quello di Vasco era stato il record mondiale di un concerto a pagamento, finché poche settimane fa un cantante nazionalista croato lo aveva superato con mezzo milione di spettatori con biglietto a Zagabria. Tra quelli che tra un anno saranno dietro Ultimo in questa classifica ci sono Paul McCartney, Madonna, Bruce Springsteen e qualunque altro cantante o band della storia della musica vi venga in mente.
Sono anni che Ultimo, nome d’arte di Niccolò Moriconi, fa sold out negli stadi, fin da quando riempì l’Olimpico di Roma nel 2019. Ha venduto tutti i biglietti disponibili anche per le nove date che sta facendo quest’estate, comprese due a San Siro a Milano e tre all’Olimpico. Già tre anni fa aveva cantato davanti a 70mila persone al Circo Massimo. Ultimo non è il cantante italiano che fa i numeri più alti con lo streaming: su Spotify per dire ha 2,8 milioni di ascoltatori mensili, più o meno gli stessi di Tananai e Irama, e molti meno di Geolier e dei Pinguini Tattici Nucleari. Ma attualmente non c’è nessun altro cantante in Italia con la sua capacità di mobilitare il pubblico, né che abbia un bacino di fan così ampio e così fedele, specialmente a Roma ma non solo.
È riuscito a crearlo nel giro di pochissimi anni – lui non ne ha ancora compiuti 30 – grazie a canzoni in cui moltissime persone si immedesimano, ma anche grazie alla sua storia personale e all’insistenza su una retorica che è evidente già dal nome che si è scelto: quella dell’underdog, dello sfavorito, di chi si sente escluso ma sa di meritare la sua rivalsa. Nei suoi testi ricchi di pathos, nei post sui social in cui racconta la sua carriera, tra una canzone e l’altra ai concerti, Ultimo parla sempre del farcela da soli, dell’importanza di credere nei propri sogni, delle difficoltà date dal sentirsi inadeguati, della consapevolezza di far parte di un gruppo di persone simili in mezzo a una maggioranza ostile. E lo fa includendo i fan in questo discorso, costruendo una specie di narrazione da “noi contro tutti”.
La sua infanzia in un quartiere difficile e povero come quello romano di San Basilio e le modalità con cui ha raggiunto il successo, con grande determinazione e senza mai piacere alla critica, sono stati fattori centrali per dare credibilità a questa immagine pubblica. Ma Ultimo l’ha rafforzata dedicando moltissime energie e risorse al rapporto con i fan, che lo considerano uno di loro e che spesso si sono radunati nel parchetto di San Basilio dove è cresciuto e che è diventato il luogo più rappresentativo della sua storia.
– Leggi anche: Il «segreto di Pulcinella» dei finti sold out ai concerti
Il pubblico di Ultimo è stato descritto a volte come una “tribù”, perché il senso di appartenenza e di adesione dei suoi fan ha pochi eguali nella musica italiana di oggi, ma anche del passato. La cosa che ricorda più da vicino sono probabilmente i fan di Vasco Rossi: partecipano a tutti i tour, sanno tutte le canzoni a memoria, indossano le bandane e le magliette dedicate, hanno per il loro idolo una passione incomparabile a quella per qualunque altro cantante. Per molti di loro la musica di Ultimo ha un’importanza quasi salvifica.
«Ciao mi chiamo Luca, vengo da Roma e mi piace Niccolò Moriconi perché rappresenta molto quello che penso tutti quelli che stanno qua sono: ultimi, incompresi» dice un fan nelle prime battute del documentario Ultimo – Vivo coi sogni appesi, prodotto e pubblicato da Amazon Prime nel 2023. Il concerto dell’anno prossimo a Tor Vergata si chiamerà non a caso “Il raduno degli ultimi”.
L’idea di partire da una condizione sfortunata, ma di non mollare e di credere nei propri sogni, sentendosi più forti nella consapevolezza di far parte di un gruppo di persone con problemi simili, è centrale nei testi di molte delle canzoni di Ultimo. «La scrittura è caratterizzata da un linguaggio semplice ma potente, che riesce a trasmettere emozioni senza ricorrere a complicate metafore o artifici poetici. E questo è sicuramente uno degli aspetti che rendono Ultimo così amato dal pubblico, soprattutto dai giovani, ma non soltanto da loro» ha scritto la giornalista Patrizia De Rossi in un libro che ha dedicato di recente a Ultimo.

(Roberto Panucci/Corbis via Getty Images)
Tra i primissimi ad accorgersi di Ultimo ci fu Fabrizio Moro, un altro cantautore di buon successo che viene da San Basilio e che gli fece aprire un suo concerto nel 2017 al PalaLottomatica di Roma. A quei tempi a produrre Ultimo era Honiro, una storica etichetta indipendente del rap romano, che qualche mese dopo pubblicò il suo primo disco Pianeti. Non andò affatto male, per un esordio, e soltanto pochi mesi dopo uscì il secondo album, Peter Pan, in corrispondenza della sua prima partecipazione a Sanremo nella categoria Nuove proposte, che vinse con “Il ballo delle incertezze”. La visibilità data dalla televisione e il proseguire delle collaborazioni con Moro, che peraltro vinse quell’edizione di Sanremo insieme a Ermal Meta, fecero aumentare nel giro di pochi mesi il pubblico di Ultimo, che nell’autunno del 2018 organizzò il suo primo tour nei palazzetti.
Pochi mesi prima, Cesare Cremonini aveva fatto i primi concerti negli stadi della sua carriera, cominciata circa vent’anni prima. Ultimo ci mise più o meno un anno e mezzo per passare da un locale come la Santeria di Milano, dove entrano circa 500 persone, al primo sold out all’Olimpico: dal gennaio 2018 al luglio del 2019.
– Leggi anche: Come spiegarsi il successo dei Måneskin
In mezzo ci fu la sua seconda partecipazione a Sanremo, quella diventata famosa: con la canzone “I tuoi particolari” arrivò secondo dietro a “Soldi” di Mahmood. Fu una cosa che per molti versi indirizzò il resto della sua carriera: sia perché il suo successo diventò di una scala ancora più grande, sia perché Ultimo fu da subito molto polemico, lamentandosi sui social del fatto che il televoto, che lui aveva stravinto, fosse stato ribaltato dal voto della stampa e della giuria “d’onore”. «Mi viene da pensare che il festival non sia deciso dal popolo ma dai giornalisti» disse Ultimo.
Quando arrivò il Covid, la carriera di Ultimo era in grande ascesa. Stava organizzando un tour negli stadi che dovette annullare, e raccontò e condivise intensamente sui social la sua frustrazione, la sua preoccupazione per la situazione e la solitudine legata all’isolamento. Fu un’altra occasione in cui molti fan si identificarono con lui. Quando riuscì a fare quel tour, nel 2022, il suo pubblico aspettava da tempo di dimostrargli il suo affetto, e partecipò massicciamente ai suoi concerti. Era anche un momento favorevole, quando la ripresa degli eventi dal vivo coincise con una grande disponibilità delle persone a comprare i biglietti dei concerti: fu un grande successo.
Nonostante questa rivalsa, il suo rapporto con la stampa rimase pessimo, e peggiorò ulteriormente la terza volta che andò a Sanremo, nel 2023. In quell’occasione uscì un video che mostrava alcuni giornalisti della sala stampa esultare quando fu annunciato il suo quarto posto. Ultimo non dà quasi mai interviste, in diverse occasioni ai concerti se l’è presa coi giornalisti facendo anche il dito medio, e ha sfruttato questa più o meno fondata ostilità della stampa per rafforzare l’opposizione tra chi gli vuole bene e chi gli vuole male.
Ci sono altre caratteristiche di Ultimo che lo distinguono dagli altri. Non fa praticamente mai dei featuring, cioè delle canzoni in collaborazione con altri, uno degli strumenti più sfruttati della discografia contemporanea per aumentare le attenzioni sui singoli in uscita. Il genere di cantautorato pop che fa ha una lunga storia di successi in Italia, ma non è quello che in questi anni è stato più premiato dalle classifiche. Dal 2021 peraltro Ultimo produce i suoi dischi con un’etichetta che ha fondato e che è tecnicamente indipendente, non è cioè legata a una major musicale. Il principale partner di Ultimo è Vivo Concerti, la società che organizza i suoi tour e che ha contribuito al suo successo, anche per via del legame personale tra lui e l’amministratore delegato Clemente Zard, spesso citato come una delle persone fondamentali della sua carriera.



