Il figlio del ministro dell’Immigrazione svedese è stato accusato di legami con gruppi di estrema destra

Il figlio sedicenne del ministro dell’Immigrazione svedese, Johan Forssell, è stato accusato di avere legami con gruppi di suprematisti bianchi e di estrema destra. Questa accusa è diventata un caso politico ma Forssell ha annunciato che non si dimetterà. La settimana scorsa la rivista dell’osservatorio antirazzista svedese EXPO aveva scritto che un parente stretto di un ministro, senza nominare quale, aveva collaborato col gruppo neonazista Movimento di resistenza nordica e con altri due movimenti del suprematismo bianco, anche partecipando a operazioni di reclutamento sui social.
Giovedì Forssell ha confermato che il ministro in questione era lui, dicendosi «inorridito» dalla scoperta, e che era stato contattato alcune settimane fa dai servizi di sicurezza. Forssell ha aggiunto di aver seguito il protocollo e che suo figlio al momento non è accusato di reati. Ha motivato la scelta di non averne parlato pubblicamente prima del report di EXPO con la necessità di proteggere una persona minorenne.
Forssell fa parte del partito di centrodestra del primo ministro Ulf Kristersson (i Moderati), che dal 2022 guida un governo di minoranza grazie all’appoggio esterno dei Democratici Svedesi, un partito di estrema destra con posizioni antimigranti. Kristersson ha ribadito la sua fiducia a Forssell, sostenendo che si sia comportato «come un genitore responsabile». L’opposizione ha chiesto a Forssell di rispondere in parlamento, accusandolo di incoerenza visto che è un sostenitore dell’abbassamento a 14 anni dell’età a cui si è penalmente responsabili.


