In decine di paesi del mondo, tra cui l’Italia, sono state arrestate 158 persone sospettate di tratta di esseri umani

(AP Photo/Laurent Cipriani)
(AP Photo/Laurent Cipriani)

Il mese scorso una grossa operazione di polizia coordinata a livello internazionale ha portato alla liberazione di 1.194 donne, alcune delle quali minorenni, sottoposte a tratta di esseri umani e costrette a prostituirsi o a compiere altri reati, e all’arresto di 158 persone sospettate di essere responsabili della tratta. Lo ha detto venerdì l’Europol, l’agenzia di polizia dell’Unione Europea. Gli arresti sono stati fatti soprattutto in paesi europei ma non solo: anche in Thailandia, Nigeria e Vietnam.

L’operazione, chiamata “Global Chain”, è stata guidata dalle polizie di Austria e Romania, ma ha coinvolto quasi 15mila agenti di 43 paesi in tutto: oltre che dall’Europol, è stata coordinata anche dall’Interpol, l’organizzazione internazionale che facilita la cooperazione tra polizie di 196 paesi, e da Frontex, l’agenzia che si occupa dei controlli alle frontiere terrestri e marittime dell’Unione Europea. Oltre alle 158 persone arrestate ne sono state identificate altre 205 sospettate di essere in vari modi coinvolte nelle attività criminali in questione.

Secondo quanto annunciato dalle forze di polizia che hanno condotto l’operazione, le persone soccorse provenivano da 64 paesi diversi, principalmente Romania, Ucraina, Colombia, Cina e Ungheria. I criminali le attiravano con vari metodi, tipicamente la promessa di un lavoro o di una relazione affettiva, e poi le costringevano a prostituirsi, a commettere furti o a chiedere l’elemosina. In Italia sono state identificate 75 donne ritenute possibili vittime delle attività di traffico, e sono state arrestate sei persone di diverse nazionalità. L’operazione ha portato anche al sequestro di oltre 270mila euro in contanti, 30 armi da fuoco, 65 documenti falsi e una tonnellata di cannabis.