La giuria del processo a Sean “Diddy” Combs non sa decidersi su un’accusa
Per altre quattro ha raggiunto un verdetto, ma non su quella di associazione a delinquere: continuerà a discutere

Martedì sera a New York la giuria che deve decidere sull’esito del processo al famoso rapper statunitense Sean “Diddy” Combs – precedentemente noto come Puff Daddy – ha fatto sapere di essere bloccata. In una nota ha detto di aver già raggiunto quattro verdetti – che però non sono stati resi noti – su altrettante accuse, ma di essere divisa sulla quinta: quella di associazione a delinquere. Per arrivare a un verdetto infatti serve l’unanimità, e il giudice ha chiesto che la giuria riprenda a discutere mercoledì pomeriggio, ora italiana.
La giuria si era ritirata per decidere lunedì mattina, dopo un processo durato circa due mesi. Tutte le accuse sono legate ai cosiddetti freak off, ovvero orge lunghe anche più giorni che Combs organizzava in giro per il mondo, in cui veniva fatto uso di droghe e, secondo l’accusa, durante le quali Combs costringeva le sue partner a fare sesso contro la loro volontà con uomini pagati. Combs, che si trova in carcere da settembre, si è sempre detto innocente.
Oltre a quella di essere stato a capo di un’organizzazione criminale volta allo sfruttamento sessuale, Combs ha due accuse per tratta di esseri umani a scopo sessuale e due per trasporto finalizzato alla prostituzione. Delle cinque, le accuse più gravi sono quella di associazione a delinquere (identificata negli Stati Uniti dalla sigla RICO) e le due per traffico di esseri umani. Se condannato anche solo per una di queste Combs, che ha 55 anni, potrebbe passare il resto della vita in carcere. Le due accuse di trasporto finalizzato alla prostituzione invece potrebbero portare a una pena massima di dieci anni di carcere.
Le accuse di tratta di esseri umani riguardano le denunce di due ex fidanzate di Combs: Casandra Ventura e una donna rimasta anonima (chiamata con lo pseudonimo Jane). Entrambe hanno testimoniato per giorni al processo, raccontando di essere state costrette con vari mezzi da Combs a fare sesso con uomini pagati durante le orge che organizzava. Secondo l’accusa Combs costrinse le due donne a fare quello che voleva usando violenza fisica, soldi e minacce di diffondere video con contenuti sessuali. Durante la loro arringa finale, gli avvocati di Combs hanno ribadito la tesi secondo cui le due donne avrebbero fatto tutto in modo consenziente.
Nel caso di Ventura, durante il processo è stato mostrato anche un video di una telecamera di sorveglianza di un hotel di Los Angeles risalente al 2016, in cui Combs la colpisce ripetutamente con mani e piedi mentre lei è a terra, e la trascina per il corridoio. Ventura, che ha avuto una relazione discontinua con Combs dal 2005 al 2017, è stata la testimone principale del processo: fu dopo la sua denuncia, nel novembre del 2023, che iniziarono le indagini che hanno portato al processo. Martedì mattina la giuria aveva chiesto di poter rivedere alcune parti della sua testimonianza.
L’accusa di associazione a delinquere invece si basa sulla tesi dell’accusa secondo cui, per circa vent’anni e sempre allo scopo di continuare a organizzare i freak off, Combs avrebbe coinvolto una serie di persone che lavoravano per lui – principalmente addetti alla sicurezza e assistenti fidati – in diverse attività criminali: spaccio di droga, sequestro, incendio doloso, corruzione, traffico sessuale, manipolazione di testimoni, trasporto per prostituzione e lavoro forzato.
Perché venga condannato per questa accusa la giuria deve arrivare alla conclusione che Combs abbia compiuto almeno due di queste attività criminali con la collaborazione di altre persone. Per questo nella sua arringa finale la difesa si è concentrata sullo smontare le singole accuse. Per esempio secondo la procura due collaboratori di Combs avrebbero pagato un addetto alla sicurezza di un hotel per avere il video della telecamera di sorveglianza in cui lo si vedeva aggredire Ventura. La difesa ha sostenuto che i 100mila dollari pagati all’addetto non possano rientrare nel reato di manipolazione di testimoni perché l’aggressione non era stata denunciata né indagata e l’addetto alla sicurezza non era stato chiamato a testimoniare.
Inoltre, secondo la testimonianza di Ventura, Combs avrebbe minacciato di dare fuoco all’auto del rapper Scott Mescudi, meglio noto come Kid Cudi, che tra il 2011 e il 2012 ebbe una breve relazione con Ventura. L’auto fu poi effettivamente fatta esplodere con una molotov, motivo per cui tra le accuse risulta anche quella di incendio. La difesa ha risposto semplicemente che non è nello stile di Combs distruggere la Porsche di un altro uomo con una molotov.
È riguardo l’associazione a delinquere che martedì pomeriggio la giuria ha detto al giudice di essere bloccata, e che al suo interno c’erano «opinioni non negoziabili da entrambe le parti».
La nota della giuria ha suscitato una certa agitazione in aula, tra Combs e i suoi avvocati, ma sia l’accusa sia la difesa si sono espresse a favore della decisione del giudice di chiedere alla giuria di continuare a discutere per arrivare a una conclusione unanime. Ma mentre la procuratrice a capo dell’accusa, Maurene Comey, ha chiesto che la giuria venisse sollecitata ad arrivare rapidamente a una conclusione (con una serie di istruzioni chiamate “Allen charge”), gli avvocati della difesa hanno chiesto che non venisse messa loro alcuna fretta.
Alla fine il giudice ha semplicemente riletto alcune delle istruzioni per la giuria che aveva già dato lunedì. In teoria era previsto che la decisione definitiva arrivasse entro giovedì, il 4 luglio, che è un giorno di festa negli Stati Uniti: vista la situazione di stallo però il tribunale ha specificato che la giuria potrà andare avanti a discutere, se necessario, anche in quel giorno e oltre.



