In Russia un fotografo è stato condannato a 16 anni per aver dato a un giornalista statunitense un libro sulla storia dei bunker sovietici

Grigory Skvortsov in una foto pubblicata sui suoi social media e diffusa dai suoi avvocati
Grigory Skvortsov in una foto pubblicata sui suoi social media e diffusa dai suoi avvocati

Giovedì un tribunale di Perm, in Russia, ha condannato a 16 anni di carcere il fotografo Grigory Skvortsov con l’accusa di tradimento. Come in molti casi simili, le autorità russe non hanno dato molte informazioni sui motivi della sentenza e il processo si è svolto a porte chiuse: alla fine del 2023 però Skvortsov aveva detto di essere stato arrestato e messo a processo per aver raccolto e dato a un giornalista statunitense delle informazioni di pubblico dominio su una rete di bunker costruiti durante l’era sovietica nell’eventualità di una guerra nucleare. Il programma dei bunker, un tempo segreto, era stato reso pubblico dalle autorità russe.

Skvortsov aveva dato al giornalista, la cui identità non è nota, il libro I “bunker segreti” sovietici: fortificazioni urbane speciali degli anni ’30-’60 dello storico Dmitry Yurkov, uscito nel 2021 e acquistabile in Russia (la sua uscita era anche stata pubblicizzata sul sito del quotidiano filogovernativo Rossiyskaya Gazeta). Skvortsov aveva comprato online anche il materiale supplementare del libro, digitalizzato e venduto separatamente da Yurkov, che comprendeva circa mille pagine di documenti d’archivio, e aveva raccolto altre foto disponibili gratuitamente online. Aveva poi mandato tutto al giornalista.

Skvortsov ha detto di non aver mai avuto accesso a documenti riservati e ha sostenuto che le autorità russe l’avessero arrestato per coprire un loro fallimento nella protezione dei segreti di Stato. Ora sconterà la sua pena in un carcere di massima sicurezza.