L’Antitrust ha multato la catena di palestre Virgin Active Italia per 3 milioni di euro per aver dato informazioni inadeguate sugli abbonamenti

Il miliardario inglese Richard Branson, fondatore del marchio Virgin, si cala lungo la facciata del primo centro fitness di Virgin Active a Milano, 26 gennaio 2005 (Matteo Bazzi, ANSA/RED)
Il miliardario inglese Richard Branson, fondatore del marchio Virgin, si cala lungo la facciata del primo centro fitness di Virgin Active a Milano, 26 gennaio 2005 (Matteo Bazzi, ANSA/RED)

L’Autorità garante della concorrenza e del mercato (AGCM, meglio nota come Antitrust) ha multato per 3 milioni di euro la catena di palestre Virgin Active Italia per pratiche commerciali scorrette. In base a un’indagine avviata lo scorso dicembre, a partire dalle segnalazioni di molti clienti, l’azienda non aveva informato adeguatamente i clienti sulle condizioni degli abbonamenti e sui termini di adesione, disdetta e recesso anticipato. Virgin Active Italia gestisce 40 impianti per il fitness in tutta Italia e stando a quanto riferito dall’Antitrust nel 2024 ha superato i 100mila abbonamenti.

Secondo l’Antitrust, Virgin Active Italia non informava in anticipo i clienti del rinnovo automatico dell’abbonamento e non comunicava la data entro cui chiederne la disdetta; non aveva fornito le informazioni adeguate sugli aumenti di prezzo praticati nel 2024, e rendeva inoltre difficile risolvere il contratto. A detta dell’Antitrust quindi i clienti della società non erano nelle condizioni di poter «decidere in modo consapevole se aderire ai servizi offerti o se disdire il contratto oppure esercitare il diritto di recesso».