La Lettonia ha vietato ai suoi parlamentari e a molti funzionari pubblici di andare in Russia e in Bielorussia

Venerdì il parlamento della Lettonia ha approvato una legge che vieta ai suoi parlamentari e a una serie di funzionari pubblici di andare in Russia e in Bielorussia, due paesi con cui la Lettonia confina. Il divieto è stato imposto per motivi di sicurezza e prevede anche il licenziamento per chi lo viola. Oltre ai deputati, riguarda i diplomatici, i dipendenti del settore giudiziario e in generale tutti i funzionari che hanno a che fare con segreti di stato o con quelle che sono considerate le infrastrutture critiche del paese (come basi militari e strutture idriche, sanitarie o delle telecomunicazioni). Sono previste eccezioni nel caso in cui il viaggio sia necessario per svolgere compiti ufficiali o in alcune determinate circostanze, come per partecipare a un funerale.
Negli ultimi due anni i servizi di intelligence russi e bielorussi hanno aumentato i loro tentativi di reclutare cittadini lettoni per compiere azioni di spionaggio: per questo la Lettonia aveva già pubblicato delle raccomandazioni che sconsigliavano ai suoi funzionari pubblici di recarsi in questi paesi. Il presidente della Commissione per la sicurezza nazionale, Ainars Latkovskis, ha detto in parlamento che nonostante questo «il numero di persone che ci vanno continua a crescere». Inoltre Latkovskis ha detto che per la Lettonia è sempre più complicato assistere i suoi cittadini che per un motivo o per un altro rimangono bloccati in Russia o in Bielorussia.
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