Ci sono due nuove inchieste giudiziarie sulla banda della Uno bianca

La Uno bianca della banda (ANSA/PASQUALE BOVE/ARCHIVIO)
La Uno bianca della banda (ANSA/PASQUALE BOVE/ARCHIVIO)

Ci sono due nuove inchieste giudiziarie sulla banda della Uno bianca, l’organizzazione criminale che tra gli anni Ottanta e Novanta uccise oltre 20 persone e ne ferì oltre 100 tra l’Emilia-Romagna e le Marche. Le vecchie indagini sulla banda furono ostacolate da depistaggi, errori, sviste e sottovalutazioni.

Queste due nuove inchieste in realtà vanno avanti da tempo, ma sono state rese note solo giovedì dal presidente dell’associazione dei familiari delle vittime della Uno bianca Alberto Capolungo. Verranno analizzati di nuovo tutti i reperti disponibili – centinaia tra impronte digitali, tracce di sangue e di DNA, vestiti, oggetti, documenti – con tecniche investigative più avanzate, con l’obiettivo di chiarire alcune questioni irrisolte su alcuni episodi in particolare.

La prima inchiesta riguarda l’omicidio dei due carabinieri Umberto Erriu e Cataldo Stasi a Castel Maggiore, in provincia di Bologna: formalmente sono state giudicate colpevoli solo due persone per quegli omicidi, Roberto e Fabio Savi, ma l’inchiesta si concentra sul ruolo del carabiniere Domenico Macauda, già condannato in passato per aver depistato le indagini. La seconda inchiesta riguarda due casi: la cosiddetta strage del Pilastro e l’attacco all’armeria di via Volturno, a Bologna, entrambi del 1991, in cui vennero uccisi rispettivamente tre carabinieri, il titolare dell’armeria e un carabiniere in pensione. In questo caso l’indagine si concentrerà sull’analisi di alcune impronte digitali sui reperti che non sono mai state attribuite.