La donna e la bambina trovate morte a Villa Pamphili erano madre e figlia

Persone al lavoro nell'area di Villa Pamphili in cui sono stati trovati i cadaveri della donna e della bambina
L'area di Villa Pamphili in cui sono stati trovati i cadaveri della donna e della bambina (ANSA/MASSIMO PERCOSSI)

Il test del DNA svolto sui cadaveri di una donna e di una bambina di pochi mesi trovati sabato a Villa Pamphili, uno dei principali parchi di Roma, ha confermato che sono madre e figlia. Un legame di parentela tra le due era stato ipotizzato fin da subito nelle indagini, e ora è più concreta l’ipotesi che le due morti siano collegate. I cadaveri comunque non sono ancora stati identificati e non si sa chi potrebbe aver ucciso la donna e la bambina né per quale motivo.

Secondo i risultati di una prima autopsia la bambina potrebbe essere stata strangolata, ma sono in corso ulteriori accertamenti. Martedì, nel frattempo, la polizia ha diffuso un appello in cui chiede la collaborazione di chiunque abbia informazioni utili a identificare la donna: nell’appello sono state pubblicate alcune fotografie dei tatuaggi che aveva sul corpo.

I corpi della bambina e della donna sono stati trovati rispettivamente nel pomeriggio e nella serata di sabato: il primo è stato individuato da due donne in una zona in discesa del parco, tra rovi e rifiuti abbandonati; il secondo da una famiglia che giocava a pallavolo vicino ad alcuni cespugli. Il corpo della bambina aveva addosso alcuni segni di lesioni, quello della donna era coperto da un sacco nero ed era in stato di decomposizione più avanzato. Secondo le informazioni disponibili la donna avrebbe tra i 20 e i 30 anni e sarebbe originaria dell’Europa dell’est.