Tra varie proteste il governo del Perù ha ridotto parecchio le dimensioni dell’area protetta di Nazca, dove ci sono centinaia di geoglifi

La figura di un gatto vicino a Nazca (Jhony Islas/Peru's Ministry of Culture - Nasca-Palpa via AP)
La figura di un gatto vicino a Nazca (Jhony Islas/Peru's Ministry of Culture - Nasca-Palpa via AP)

Il ministero della Cultura del Perù ha ridotto a quasi la metà l’area archeologica protetta nelle province di Nazca e Palpa, nell’entroterra del Perù, circa 450 chilometri a sud della capitale Lima. È la zona dell’altopiano desertico dove ci sono più di 800 geoglifi, le Linee di Nazca, i grossi e antichi disegni nel terreno che spesso raffigurano animali ed esseri umani e possono essere visti bene solo da una certa distanza, dall’alto: hanno oltre 2mila anni e i più grandi misurano fino a 270 metri.

L’area protetta è stata ridotta del 42 per cento, passando da 5.600 chilometri quadrati a 3.200: la decisione è stata giustificata con l’esigenza di ottimizzare la gestione del luogo e secondo il governo non comprometterà la salvaguardia dei geoglifi. L’associazione di archeologi del Perù ha criticato la scelta e annunciato che farà ricorso, sostenendo che la riduzione dell’area protetta aumenta i rischi di sviluppo di miniere illegali e favorisce lo sfruttamento dei terreni a fini agricoli.