È morto a 98 anni il coreografo Yuri Grigorovich, considerato un riferimento per il balletto sovietico

Yuri Grigorovich prima di un concerto di gala al teatro Bolshoi di Mosca, il 26 maggio del 2015 (AP Photo/Alexander Zemlianichenko)
Yuri Grigorovich prima di un concerto di gala al teatro Bolshoi di Mosca, il 26 maggio del 2015 (AP Photo/Alexander Zemlianichenko)

È morto il ballerino e coreografo russo Yuri Grigorovich, che per oltre trent’anni fu direttore artistico del celebre teatro Bolshoi di Mosca, famoso per la sua tradizione ballettistica e operistica. Grigorovich aveva 98 anni ed era considerato il coreografo più importante del periodo sovietico, nonché uno dei più influenti al mondo per il balletto: nelle sue coreografie si allontanò dall’impostazione classica per introdurre uno stile più potente e teatrale, con una gestualità maggiormente definita e drammatica, soprattutto nella figura maschile.

Grigorovich nacque il 2 gennaio del 1927 a Leningrado, oggi San Pietroburgo, da una famiglia che aveva una lunga tradizione nel balletto. Dopo aver studiato a sua volta balletto propose la sua prima coreografia nel 1956: la svolta però avvenne otto anni dopo, quando fu nominato direttore artistico del Bolshoi, diventando un riferimento e una specie di simbolo del teatro stesso.

Grigorovich si distinse per le produzioni di opere come Lo schiaccianoci, Spartaco, Ivan il terribile, Il lago dei cigni e Romeo e Giulietta. Nel 1995, dopo il collasso dell’Unione Sovietica, lasciò la direzione del Bolshoi in mezzo a divergenze artistiche con la direzione e accuse di favoritismi. Continuò a occuparsi di danza con il Grigorovich Ballet, il corpo di danza che fondò nella città di Krasnodar, nel sud della Russia, e nel 2008 tornò di nuovo al Bolshoi come coreografo e maestro di ballo. In carriera ottenne numerosi riconoscimenti: tra le altre cose fu presidente del Benois de la Danse, una delle competizioni di balletto più prestigiose al mondo.