È morto a 98 anni il coreografo Yuri Grigorovich, considerato un riferimento per il balletto sovietico

È morto il ballerino e coreografo russo Yuri Grigorovich, che per oltre trent’anni fu direttore artistico del celebre teatro Bolshoi di Mosca, famoso per la sua tradizione ballettistica e operistica. Grigorovich aveva 98 anni ed era considerato il coreografo più importante del periodo sovietico, nonché uno dei più influenti al mondo per il balletto: nelle sue coreografie si allontanò dall’impostazione classica per introdurre uno stile più potente e teatrale, con una gestualità maggiormente definita e drammatica, soprattutto nella figura maschile.
Grigorovich nacque il 2 gennaio del 1927 a Leningrado, oggi San Pietroburgo, da una famiglia che aveva una lunga tradizione nel balletto. Dopo aver studiato a sua volta balletto propose la sua prima coreografia nel 1956: la svolta però avvenne otto anni dopo, quando fu nominato direttore artistico del Bolshoi, diventando un riferimento e una specie di simbolo del teatro stesso.
Grigorovich si distinse per le produzioni di opere come Lo schiaccianoci, Spartaco, Ivan il terribile, Il lago dei cigni e Romeo e Giulietta. Nel 1995, dopo il collasso dell’Unione Sovietica, lasciò la direzione del Bolshoi in mezzo a divergenze artistiche con la direzione e accuse di favoritismi. Continuò a occuparsi di danza con il Grigorovich Ballet, il corpo di danza che fondò nella città di Krasnodar, nel sud della Russia, e nel 2008 tornò di nuovo al Bolshoi come coreografo e maestro di ballo. In carriera ottenne numerosi riconoscimenti: tra le altre cose fu presidente del Benois de la Danse, una delle competizioni di balletto più prestigiose al mondo.