In Thailandia sono stati emessi 17 mandati d’arresto per il crollo del grattacielo a Bangkok durante il terremoto di marzo

Il grattacielo crollato, in una foto del 29 marzo 2025 (Mailee Osten-Tan/Getty Images)
Il grattacielo crollato, in una foto del 29 marzo 2025 (Mailee Osten-Tan/Getty Images)

Un tribunale in Thailandia ha emesso 17 mandati d’arresto in un’indagine sul crollo di un grattacielo in costruzione a Bangkok durante il devastante terremoto di magnitudo 7.7 dello scorso marzo. Le autorità thailandesi non hanno ancora condiviso le loro ipotesi sul crollo, ma secondo quanto riferito dai media locali la polizia avrebbe trovato dei problemi strutturali nella costruzione, facendo in particolare riferimento a un vano ascensore. Hanno anche detto che i mandati d’arresto riguardano persone coinvolte nella progettazione, costruzione e supervisione dell’edificio. La polizia al momento ha fatto solo il nome di Premchai Karnasuta, l’ex presidente della Development, un’azienda di costruzioni italo-thailandese e una delle più importanti nel paese.

Il terremoto aveva colpito principalmente il Myanmar, provocando più di tremila morti. Nella vicina Thailandia c’erano stati dei danni ma specialmente a Bangkok, che è una zona molto sismica, i grattacieli avevano oscillato molto ma senza cadere, tranne questo. Il grattacielo avrebbe dovuto ospitare un ufficio nazionale che effettua controlli indipendenti sui sistemi di gestione dei finanziamenti pubblici. Nei giorni successivi al crollo i soccorsi erano riusciti a tirare fuori i corpi di 89 persone che stavano lavorando nell’edificio quando è crollato, mentre quelli di altre 7 persone che si sarebbero trovate lì non sono ancora stati recuperati.