Sono stati respinti i ricorsi delle aziende produttrici di dispositivi medici sui rimborsi milionari dovuti alle Regioni

Il tribunale amministrativo regionale (TAR) del Lazio ha respinto i ricorsi presentati dalle aziende produttrici di dispositivi medici contro il cosiddetto payback, un meccanismo istituito diversi anni fa dallo Stato per recuperare l’eccesso delle spese sanitarie regionali. Il payback prevede che le aziende che producono e forniscono garze, bende, ferri chirurgici, ma anche valvole cardiache, protesi ortopediche, accessori per la radioterapia, dispositivi per dialisi e per il pronto soccorso, debbano restituire più di un miliardo di euro allo Stato, per via di una sorta di tassa che il governo di Silvio Berlusconi aveva introdotto nel 2011 per rientrare in parte dall’eccesso di spesa sanitaria.
Il TAR ha riconosciuto la legittimità dei rimborsi, ricordando anche come lo scorso anno la Corte Costituzionale avesse emesso una sentenza che aveva chiarito la costituzionalità del meccanismo. Secondo il TAR le aziende erano a conoscenza delle norme alla base del meccanismo e avrebbero «potuto e dovuto» organizzarsi per pagare i rimborsi. Le organizzazioni che rappresentano le aziende hanno fatto sapere che faranno ricorso al Consiglio di Stato, il secondo e ultimo grado della giustizia amministrativa.


