Il trio rap nordirlandese su cui sta indagando la polizia britannica
Sono i Kneecap, che nelle ultime settimane hanno fatto parlare di sé per le loro posizioni apertamente anti-israeliane

La polizia antiterrorismo britannica ha fatto sapere che sta esaminando due video dei Kneecap, trio hip hop nordirlandese noto per le sue posizioni di sinistra e apertamente anti-israeliane, per valutare se avviare un’indagine formale nei confronti del gruppo.
Il primo è uno spezzone di un concerto del novembre del 2023 in cui uno dei membri dei Kneecap si rivolgeva al pubblico dicendo: «l’unico conservatore buono è un conservatore morto: uccidete il vostro deputato locale». Il secondo risale al novembre del 2024, ed è stato estrapolato da un concerto che la band aveva tenuto all’O2 Forum di Kentish Town a Londra. In quell’occasione un altro membro del gruppo avrebbe urlato «Viva Hamas, viva Hezbollah», esponendo una bandiera del gruppo politico e militare libanese. Sia Hamas che Hezbollah sono considerate organizzazioni terroristiche dal Regno Unito, e sostenerle pubblicamente è un reato.
I Kneecap avevano fatto parlare di sé anche un paio di settimane fa, durante la loro partecipazione all’ultima edizione del Coachella, uno dei festival musicali più famosi al mondo. Durante il concerto la band aveva invitato il pubblico a unirsi nel coro «Free Palestine» («Liberate la Palestina») e aveva proiettato sugli schermi delle frasi molto critiche nei confronti di Israele, tra cui una che accusava il paese di aver commesso «un genocidio contro il popolo palestinese».
Mo Chara, uno dei membri dei Kneecap, aveva anche criticato esplicitamente i bombardamenti israeliani su Gaza: «I palestinesi non hanno un posto dove andare. È casa loro, cazzo, e li stanno bombardando dal cielo. Se non lo chiamate genocidio, come cazzo lo chiamate?», aveva detto.
Dopo il concerto alcune figure pubbliche, soprattutto di area conservatrice (tra cui Sharon Osbourne, moglie del fondatore dei Black Sabbath Ozzy Osbourne), si erano esposte pubblicamente per chiedere la revoca dei loro visti: il dipartimento di Stato americano sta valutando se intervenire, ma non ha ancora preso nessuna decisione ufficiale in merito. Nel frattempo Independent Artist Group, la società che si occupava di organizzare i loro concerti negli Stati Uniti, ha interrotto la sua collaborazione con i Kneecap.
Il manager dei Kneecap, Daniel Lambert, ha detto all’emittente irlandese RTÉ che da un paio di settimane il gruppo sta ricevendo minacce di morte «troppo gravi per essere accettate». «Dopo le nostre dichiarazioni a Coachella, che denunciavano il genocidio in corso contro il popolo palestinese, siamo stati oggetto di una campagna diffamatoria coordinata», hanno scritto i Kneecap sui loro canali social.
Fondati a Belfast nel 2017 dai rapper Mo Chara (Liam Óg Ó hAnnaidh), Móglaí Bap (Naoise Ó Cairealláin) e DJ Próvaí (J. J. Ó Dochartaigh), negli ultimi 8 anni i Kneecap si sono fatti conoscere per il frequente utilizzo dell’irlandese nelle loro canzoni, per l’approccio militante e per il particolare stile musicale che unisce rap, punk e gli stili più aggressivi della musica elettronica.
Sono famosi anche per le loro esibizioni dal vivo, in cui si vede gente che fa cose piuttosto irrituali per i concerti rap; cose come saltare, pogare (ossia spintonarsi) e cantare all’unisono i ritornelli delle canzoni, comportamenti solitamente associati al pubblico tipico di altre scene musicali, come il punk hardcore o il rock. Le loro canzoni parlano di tante cose: droga, feste, scontri con la polizia, ma anche questioni identitarie e politiche ancora molto presenti nel dibattito pubblico nordirlandese, spesso con riferimenti che possono risultare ostici a chi non conosce il contesto.
– Leggi anche: La notizia della morte dell’irlandese è fortemente esagerata
Il loro primo album, 3CAG (il titolo fa riferimento alla MDMA: 3CAG è l’acronimo di trí chonsan agus guta, tre consonanti e una vocale), uscì nel 2018 e fu accolto favorevolmente dalla critica, che apprezzò soprattutto l’utilizzo innovativo dell’irlandese, una lingua che fino a quel momento era stata poco usata nel rap.
Nel 2024 hanno pubblicato Fine Art, il loro secondo album, che li ha consolidati tra i nomi più interessanti della nuova scena musicale irlandese, anche grazie a collaborazioni con musicisti come Grian Chatten, il cantante della band post-punk dei Fontaines D.C., e Radie Peat dei Lankum, un gruppo di folk contemporaneo molto apprezzato dalla critica. Nello stesso anno è uscito anche Kneecap, un film ispirato alla loro storia presentato al Sundance Film Festival, il più importante festival statunitense del cinema indipendente.
– Leggi anche: La serie tv israeliana sul conflitto con Hamas



